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Inachis Io

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 INACHIS  IO 

 

 

 

     

Regno 

Animalia

Phylum

Arthropoda

Subphylum

Hexapoda

Classe 

Insecta 

Ordine 

Lepidoptera

Famiglia

Nymphalidae

Genere 

Inachis

Specie 

Io 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

 Nome comune e scientifico

 

Ogni lingua ha tradotto in modo differente e creativo il nome di questa farfalla: in Italia viene chiamata Vanessa io oppure Occhio di pavone; in Francia viene denominata Paon De Jour, in Inghilterra Peacock Butterfly, in Spagna Pavo Real, in Germania Tagpfauenague e in Svezia Pafageloga  o Jungfru. Come si può facilmente intuire, questo insetto, in svariate lingue, possiede o richiama, all'interno del suo nome, la parola "pavone", perché gli ocelli, cioè le piccole macchie a forma di occhio che sono presenti sulle sue ali, ricordano gli stessi che sono disegnati sulle piume del pavone.

Il significato dei termini Inachis ed Io, che definiscono il genere e la specie, deriva dalla mitologia greca.

Inaco era un leggendario re di Argo (città omonima di quella che si trova attualmente nel Peloponneso, nel luogo dove, sempre secondo la leggenda, fu fondata la prima), figlio di Oceano e di Teti, il quale, dopo il diluvio, avrebbe guidato gli Argivi dai monti alla pianura di Argo ancora acquitrinosa. Il sovrano la rese presto fertile e abitabile, dando il suo nome al fiume che bagna l'Argolide. Dalle nozze con l'oceanina Melia ebbe molti figli, fra cui Io.

Quando fu chiamato come giudice nella contesa fra Poseidone ed Era per il possesso dell'Argolide, egli attribuì la vittoria ad Era (in latino Juno, cioè Giunone), incorrendo nelle ire di Poseidone, che si sarebbe poi vendicato inaridendo il fiume Inaco.

La figlia Io, invece, fu sedotta da Zeus, trasformatosi in nube, e, per questo, fu trasformata dalla gelosa Era in vacca e data in custodia ad Argo, un gigante che, grazie ai suoi cento occhi, non dormiva mai completamente. Ermete, però, per ordine di Zeus, addormentò il terribile guardiano col suono del suo flauto e quindi l’uccise, liberando Io. Era, allora, trasformò Argo in un pavone.

 

 

 Distribuzione  e habitat

 

 

L'Inachis io è diffusa principalmente in tutte le zone temperate dell'Europa e anche in quelle asiatiche, fino al Giappone. Ci sono zone in cui è rara o completamente assente, come la Svezia o Creta, la Grecia meridionale e il Nordafrica.  In Italia è alquanto diffusa, in modo omogeneo in tutte le zone.

La larva si nutre di ortica o di luppolo, quindi è facile trovarla nei prati, nei parchi e nei boschi fino a 2500 metri di altitudine, dove è possibile reperire le uova, in un periodo che va da aprile a maggio, proprio quando vengono deposte. La larva si sviluppa da aprile a luglio, trasformandosi in crisalide da giugno ad agosto. L'insetto sverna nella sua fase adulta. 

 

 

 

 

Mappa dell’area di distribuzione geografica Paleartica occidentale dell’Inachis io.

 

 

 

 Morfologia  e anatomia

 

L' Inachis io ha un'apertura alare pari, in media, a 55 mm, ma può arrivare fino ai 65 mm. Le sue ali, molto colorate, hanno un margine che si può definire frastagliato e irregolare. All'estremità di tutte e quattro le ali, sulla pagina superiore, vi sono degli ocelli molto vistosi, solitamente di colore azzurro e giallo, con al centro una macchia rossa. Ogni ocello può essere circondato da un alone di colore bianco, che può tendere al rosa e che si estende verso l'interno. Le ali anteriori sono caratterizzate da una banda bianca e nera; invece in quelle posteriori vi è una striatura di nero che assomiglia a un sopracciglio. L'insieme di questi colori e forme dà vita ad un'illusione ottica; può sembrare, infatti, di vedere un vero e proprio occhio, con la pupilla lucida, circondata da una zona leggermente più chiara. Questi falsi occhi hanno un significato difensivo: se attaccata da un predatore (es. un uccello), apre di scatto le ali, assumendo l'aspetto minaccioso di una civetta, spaventando e mettendo in fuga l'assalitore. La pagina inferiore delle ali è ottima per il mimetismo criptico dell'insetto, poiché è colorata di nero o di marrone scuro; ciò gli permette di confondersi con il colore delle foglie secche o con il tronco degli alberi e, d'inverno, con l'ambiente scuro dei solai, dove gli individui si radunano per svernare in stato di quiescenza, di Weblocal hospedagem de sites Brazil.

Il torace dell'Inachis Io è caratterizzato da una particolare lucentezza e presenta dei riflessi di colore verde, al contrario dell'addome, che è peloso. Proprio quest'ultimo è un elemento di differenziazione tra l'esemplare femmina e quello maschio: nel primo risulta essere più sviluppato,  per meglio permettere la fecondazione delle uova; nel complesso, quindi, la femmina risulta essere leggermente più grande. Un ulteriore elemento di distinzione tra i due sessi è dato dal primo paia di zampe: in entrambi sono non ambulacrali, perchè non completamente sviluppate, ma, mentre nella femmina sono più lunghe e appuntite, nel maschio sono più corte, tozze e pelose, cioè foggiate a "spazzola".

I colori e i disegni che possiamo vedere sulle ali delle farfalle sono costituiti da una polverina formata da delle microscopiche squame, disposte sull'ala come se fossero le tegole di un tetto e talmente delicate che non si può toccarle senza rovinarle o danneggiarle. La polverina non serve alle farfalle per volare, bensì per comunicare; infatti, senza di essa, i lepidotteri avrebbero le ali trasparenti come molto insetti.

I colori presenti sulle ali possono essere di due nature differenti. La prima è quella fisica, che è determinata dalla microstruttura delle squame. In base alla disposizione di quest'ultime, infatti, la tonalità e la lucentezza del colore cambia, grazie anche al fenomeno della diffrazione della luce, fenomeno fisico costituito dall'interferenza delle onde diffratte per mezzo di scaglie microscopiche disposte in modo regolare. La seconda natura è quella chimica, determinata da pigmenti, ovvero sostanze chimiche, in maggior parte melanine, che sono collocate sopra le squame delle ali dei lepidotteri. 

Nell'insetto adulto l'apparato boccale ha la forma di un tubo succhiatore, chiamato spiritromba o proboscide. Esso è costituito dalle mascelle, la cui faccia interna è scavata a costituire una doccia, accostate e unite l'una all'altra in maniera che le docce formino un canale attraverso il quale l'insetto aspira il nettare dai fiori e altri liquidi. A riposo, la spiritromba è arrotolata sotto il capo. Ogni metà del tubo è scavata e composta di numerosi anelli cornei separati da una membrana; a questi anelli sono fissati dei muscoli, la cui contrazione permette alla tromba di arrotolarsi. Quando l'insetto vuole nutrirsi (stimolato dall'odore del cibo o dopo averlo "assaggiato" con le zampe), la spiritromba si srotola, in particolare per l'effetto dell'aumento della pressione dell'emolinfa, ma principalmente per l'azione dei muscoli. Quando la spiritromba è arrotolata, la sua superficie è più o meno appiattita, ma la contrazione dei muscoli fa sì che questa si inarchi leggermente a cupola in modo da determinare lo srotolamento automatico della stessa spiritromba.

Il capo è relativamente grande e gran parte della superficie è occupata dai due grandi occhi composti, ognuno dei quali conta molte migliaia di faccette. Ci sono due ocelli, ma questi sono nascosti dalle scaglie e dai peli del capo.

Le antenne sono sottili, filiformi, nella parte prossimale e mediana, mentre si dilatano a forma di clava nella parte distale (apice).

   

 

 Biologia

 

L'Inachis io sverna come insetto adulto e in primavera depone circa 500 uova per volta, tra il mese di aprile e di maggio. Le uova si schiudono dopo una settimana e le larve tendono a rimanere in gruppi assai numerosi, nutrendosi di foglie di ortica e di luppolo, sulle quali è facile avvistarle; inoltre, quando sono ancora piccole, tessono un nido setoso per proteggersi dalle intemperie. La fase larvale inizia ad aprile e si conclude con il termine di luglio. Le larve hanno tre paia di vere zampe toraciche e cinque paia di false zampe carnose sui segmenti 3-6 e 10 dell'addome. L'estremità delle false zampe è munita di una corona di piccole unghie che permettono al bruco di attaccarsi fermamente al supporto. I bruchi possiedono un paio di ghiandole della seta che sono ghiandole salivari fortemente modificate. Ciascuna ghiandola è tubolare. I condotti delle due ghiandole si riuniscono e sboccano a livello della filiera situata sul labium, o labbro inferiore. Ciascun condotto è ugualmente collegato a una ghiandola secondaria. La seta è prodotta sotto forma di sostanza liquida ed è spinta fuori attraverso la filiera. Le secrezioni delle ghiandole secondarie sono appiccicose e si seccano rapidamente. Esse permettono al filo di seta di aderire al supporto e lo aiutano a indurire più velocemente.

Le larve hanno la pelle nera con puntini bianchi diffusi su tutto il corpo; anche la testa è nera con puntini bianchi e, in mezzo al dorso, si nota una linea che, in realtà, è uno spazio senza punti bianchi; ci sono varie file di spine nere finemente ramificate e diffuse su tutto il corpo. Solamente avvicinandosi alla fase dell'incrisalidamento, da giugno ad agosto, il bruco diventa più solitario, allontanandosi dalla comunità assai numerosa. Le larve, inoltre, sono soggette a parassitismo, in particolare da Tachinidi o Icneumonidi che riducono fortemente il numero di individui.

Le crisalidi, sospese a un filo di seta tessuto dalla larva grazie ad un uncino posteriore detto “cremastere”, sono di colore verde o paglia con riflessi d'oro di grande effetto e sono attaccate alla parte inferiore delle foglie dell’ortica o a gambi, muri, cornicioni, finestre e tronchi; e sono fortemente soggette a parassitismo. 

Dopo questa fase di quiescenza, l'insetto sfarfalla e rimarrà in vita fino alla primavera successiva, in cui deporrà le uova. Il ciclo vitale dell'Inachis io è composto da una sola generazione, il che significa che l'esemplare femmina, nell'arco della sua vita, depone solamente una volta le uova.

L'insetto adulto si nutre di nettare, che ricava da diverse piante fiorite, come il salice, la canapa acquatica, il trifoglio e la maggiorana selvatica; si ciba, inoltre, della linfa degli alberi e anche della frutta in decomposizione. 

 

 

 

Gen.

Feb.

Mar.

Apr.

Mag.

Giu.

Lug.

Ago.

Set.

Ott.

Nov.

Dic.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Diagramma biologico dell'Inachis io. 

 

Legenda:     uovo; -  larva; crisalide;  + adulto 

 

 

 

 Curiosità


  • Temperatura corporea - Affinchè l’Inachis io inizi il volo è necessario che la sua temperatura corporea superi una determinata soglia, che è superiore ai 30°C. Tale temperatura viene progressivamente aumentata grazie al battito delle ali; viene raggiunto il medesimo scopo con l’esposizione ai raggi del sole.

 

  • Le ali - Il termine Lepidoptera significa "ali a scaglia" (dal greco lepis = scaglia) e si riferisce alle minuscole scaglie, embricate come le tegole di un tetto, che ricoprono le ali. Queste scaglie ricoprono anche la maggior parte del corpo; esse sono secrete da cellule ipodermiche e ciascuna è fissata con un piccolo peduncolo in un minuscolo incavo del tegumento. Le scaglie sono infatti peli modificati. Esistono anche peli non modificati, presenti soprattutto sul torace e alla base delle ali. Le scaglie sono incavate e contengono i pigmenti ai quali si deve il colore delle ali. La superficie delle scaglie è di norma finemente scolpita da solchi longitudinali, in alcuni punti distanti meno di 1/1000 mm, e quando sono così vicini essi modificano l'angolo d'incidenza della luce producendo spelindi colori iridescenti che cambiano a seconda della direzione di osservazione. Nel maschio si trovano delle scaglie che emettono odore, dette androconie. Queste sono legate a ghiandole che secernono sostanze odorose, situate nella membrana alare: l'odore passa attraverso la scaglia scavata le cui minuscole piume contribuiscono alla sua dispersione. Le androconie sono raggruppate e formano macchie visibili. Tali scaglie odorose hanno un significato di richiamo sessuale.

 

  • Volo -  L’Inachis io, come altre specie di lepidotteri, quando vola ha un andamento a zig-zag;  sembra che ciò le protegga dagli attacchi dei predatori (soprattutto gli uccelli), che restano disorientati. E’ un po’ come la corsa a zig-zag della lepre.

 

  • Colore - Molti non lo sanno, ma il colore delle ali delle farfalle non sono per nulla casuali, bensì specifici, poiché hanno tre funzioni principali: quella di nascondersi, di avvertire e di comunicazione sessuale. Nello specifico, i colori dell'Inachis io servono per far mimetizzare l'insetto e per la comunicazione sessuale del maschio. La colorazione di questo esemplare, infatti, è definita “criptica”, perché grazie ad essa si può facilmente mimetizzare con l'ambiente che lo circonda, e i maschi presentano dei colori molto brillanti, che servono, appunto, per il corteggiamento.

 

 

 Avvistamenti

 

 

 

Canon EOS 300 – obiettivo 50 mm focale 1.8

Sondrio, 15 maggio 2009

 

Questa foto ritrae due esemplari di larve mature dell' Inachis io, posate su una foglia di ortica, che stanno mangiando.

 

 

 

 

Ricoh Caplio RR30

Sondrio, 30 maggio 2006

 

In questa foto si può notare la terza fase di vita dell' Inachis io, la crisalide. Non assume mai un colore specifico, perché tende a mimetizzarsi in base al luogo in cui si trova. Si può intravedere la forma delle ali e degli occhi. La crisalide è ancorata a testa in giù ad un substrato mediante un uncino posteriore detto cremastere e la sua capacità di movimento è perlopiù limitata ad alcuni segmenti addominali. La presenza di uncini nella parte addominale è un chiaro strumento di difesa dai predatori.

 

 

 

 

Canon EOS 300 – obiettivo 50 mm focale 1.8

Sondrio, 11 giugno 2009

 

Questa foto ritrae un insetto adulto nel periodo di giugno, e si possono notare molto facilmente tutte le caratteristiche sopra elencate, dal colore, alla forma e alle dimensioni.

 

 

 Progetti e Iniziative

 

Presso il Museo di Storia Naturale di Morbegno nella primavera del 2010 ha avuto inizio un nuovo percorso didattico basato sulla progettazione e realizzazione di exhibit e kit didattici per il Museo, tra i quali un’aiuola per le farfalle nel parco comunale  del “Dòs de la Lumaga” di Morbegno e l’allestimento di una sala presso il Museo per l’allevamento in cattività di lepidotteri presenti sul territorio.

 

 

 Links e riferimenti bibliografici

 

  

  • Farfalle d'Italia e d'Europa - L. G. Higgins N. D. Riley - Rizzoli Editori (da questo libro ho ricavato le informazioni riguardanti la nomenclatura, la distribuzione e alcuni dati della morfologia)
     
     
  •  Boletin de sanidad vegetal - Biologia y morfologia de las orugas, tomo V - Ministerio de agricultura pesca y alimentacion 1988 (da questo manuale ho tratto il diagramma biologico dell’Inachis io)

 

  • Enciclopedia generale Motta - quarta edizione 1968 - Federico Motta Editore Milano. (fonte da cui ho ricavato la derivazione del nome della specie e del genere)

 

  • Enciclopedia scientifica dell’Istituto Geografico De Agostini – volume 2 : zoologia – “GEDEA SCIENZE” (da questa enciclopedia ho potuto ricavare gli elementi inseriti nello spazio delle curiosità, che riguardano il volo e la temperatura corporea)

 

  • Guida degli insetti d'europa di Michael Chinery - Franco Muzzio Editore - Edizione aggiornata e rinnovata nel 1998. Ristampa del 2010

 

  • Le farfalle - atlante illustrato - J. Moucha V. Choc - Editore Teti

 

 

 

 

 

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