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Myrtus communis

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Regno  PLANTAE 
Divisone  MAGNOLIOPHYTA 
Classe  MAGNOLIOPSIDA 
Ordine  MYRTALES 
Famiglia  MYRTACEAE 
Genere  MYRTUS 
Specie  MYRTUS COMMUNIS 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il mirto (myrtus communis) è una pianta arbustiva della famiglia della Myrtaceae, tipica della macchia mediterranea.

 

 Nome comune

  • Mirto

Dal latino "myrtus", dal greco "myrtos" simile a "myrra","myron" balsamo, ungento odoroso. Pianta anticamente detta Mirrina e così chiamata per il soavissimo odore che le sue piante ed i suoi fiori diffondono, non che per l'olio aromatico che si estrae dalle sue bacche.

 

 Distribuzione 

  • È una specie spontanea delle regioni mediterranee;
  • In Sardegna e in Corsica è un comunissimo arbusto della macchia mediterranea bassa, tipica delle associazioni fitoclimatiche xerofile, ovvero costantemente aride;
  • Meno frequente è invece la presenza del mirto nella macchia alta.

 

 Morfologia 

Ha carattere arbustivo o di alberello, alto dai 50 ai 300 cm. Si presenta in aggregati molto fitti;

  • La corteccia maturando passa da una colorazione rossastra a una tendente al grigio;
  • Le foglie sono opposte, persistenti, ovali-acute, coriacee, glabre e lucide, di colore verde scuro nella superficie superiore, a margine intero, con numerosi punti traslucidi in corrispondenza delle glandole aromatiche;
  • I fiori sono solitari e ascellari (ossia situati a partire dall'ascella della foglia), profumati, lungamente peduncolati, di colore bianco o roseo. Essi hanno una simmetria a raggio, cosiddetta raggiata, con calice gamosepalo (avente quindi i petali saldati insieme) persistente e corolla dialipetala. L'androceo, ossia il complesso degli organi maschili del fiore, è composto da numerosi stami molto evidenti grazie ai lunghi filamenti. L'ovario è infero, suddiviso in 2-3 logge, e termina con uno stilo semplice e un piccolo stimma;
  • I frutti sono bacche ovoidali di colore nero-azzurrastro, rosso-scuro o più raramente biancastre, con una grande quantità di semi reniformi. Tali frutti maturano da novembre a gennaio rimanendo sulla pianta per un periodo piuttosto lungo. Ne esistono numerose varietà coltivate a scopo ornamentale ad esempio il Myrtus communis var. variegata, pianta alta fino a 4,50 m, con foglie dalle eleganti striature colorate di bianco-crema e fiori profumatissimi.

 

 Ecologia 

  • Il mirto è una pianta rustica spontanea che si adatta abbastanza ai terreni poveri e siccitosi (xerofili) ma trae vantaggio sia dagli apporti idrici estivi sia dalla disponibilità d'azoto mostrando in condizioni favorevoli un accentuato rigoglio vegetativo e un'abbondante produzione di fiori e frutti. La pianta vive preferibilmente nei suoli a matrice granitica, mentre soffrono se inseriti in territori calcarei.

 

 Fenologia 

  •  La fioritura, particolarmente abbondante, ha luogo tra la tarda primavera e l'inizio dell'estate, da maggio a luglio. Frequentemente è possibile riscontrare una seconda fioritura in tarda estate, da agosto a settembre e, con autunni caldi, in ottobre. Il fenomeno è dovuto principalmente a fattori genetici.

 

Gen  Feb  Mar  Apr  Mag  Giu  Lug  Ago  Set  Ott  Nov  Dic 

 

[ I mesi di fioritura sono indicati dallo sfondo verde]

 

Moltiplicazione: Il metodo di riproduzione più semplice consiste nello staccare i polloni che quasi sempre si formano al piede della pianta madre; questa operazione si effettua in primavera avanzata. In assenza di polloni si può procedere alla moltiplicazione mediante margotta o al distacco di talee nella tarda estate.

 

 

 Coltivazione 

  • Nonostante sia un arbusto rustico e resistente che si risemina con facilità, il mirto coltivato necessita di alcune cure particolari: una concimazione in autunno ed una regolare potatura a fine inverno, atta a mantenere in forma gli arbusti caratterizzati da una crescita vigorosa e un po’ disordinata. Occorre anche controllare che le piante non subiscano attacchi di cocciniglia, il minuscolo parassita che invade foglie e tronchi e che si debella mediante irrorazioni di un olio anticoccidico;
  • Il mirto può essere inoltre coltivato in vaso purché il contenitore sia di notevoli dimensioni (profondo e largo almeno mezzo metro) e la pianta sia portata al riparo quando la temperatura scende sotto i 5°C.

 

 Usi e Curiosità

IL MIRTO NELLA LETTERATURA 

 

  • In Torquato Tasso, nello specifico all'interno del suo più famoso capolavoro "La Gerusalemme liberata", troviamo un passo molto suggestivo riguardante una pianta di mirto.

"Mentre riguarda, e fede il pensier nega

a quel che 'l senso gli offeria per vero,

vede un mirto in disparte, e là si piega

ove in gran piazza termina un sentiero.

L'estranio mirto i suoi gran rami spiega,

più del cipresso e de la palma altero,

e sovra tutti gli arbori frondeggia;

ed ivi par del bosco esser la reggia."

Torquato Tasso

Gerusalemme Liberata (Canto XVIII, 25)

 

  • Allo stesso modo anche il fiorentino Dante Alighieri inserì il mirto in alcuni dei suoi versi, innanzandolo a simbolo della gloria poetica

" Tanto fu dolce mio vocale spirto

che, Tolosano, a sè mi trasse Roma,

dove mertai le tempie ornar di mirto."

Dante Alighieri

Divina Commedia (Purgatorio, canto XXI)

 

  • Infine Giacomo Leopardi, in uno dei suoi Canti, citò il mirto nuovamente a proposito di Dante

"Dì: nè più mai rinverdì quel mirto

ch'alleggiò per gran tempo il nostro male?"

Giacomo Leopardi

Canti - Sopra il monumento di Dante che si preparava a Firenze 

 

Nella mitologia, invece, la pianta di mirto viene nominata a proposito della storia di Mirene, una fanciulla graziosissima, alla quale Venere riservò una particolare punizione. Il mito narra che Mirene, essendo stata rapita da un gruppo di ladroni, fosse riuscita a scappare divenendo poi, spinta dai cittadini devoti, sacerdotessa della dea Venere. Durante la celebrazione di tali riti, Mirene riconobbe tra la folla uno dei ladroni, pentito per ciò che aveva fatto. Fu così che un giovane nobile e ricco, il quale, poco prima che Mirene fosse rapita, le chiese la mano per sposarla, prese il predone e ottenne dal popolo il permesso di convolare a nozze con la fanciulla. Allora Venere, adirata per tutto ciò, uccise il giovane e trasformò Mirene in un albero di mirto affinchè si ralleggrasse con il suo soave e perpetuo dolore.

 

  • Infine il mirto venne citato in un carmen oraziano, dove il poeta ne sottolinea l'elegante semplicità contrapponendolo all'eccessiva sontuosità delle corti orientali. Il metro utilizzato è la strofa saffica. Ne riporto un breve estratto 

"Persicos odi, puer, adparatus:
displicent nexae philyra coronae:
mitte sectari, rosa quo locorum
sera moretur.
...Simplici myrto nihil adlabores
sedulus curo: neque te ministrum
dedecet myrtus neque me sub arta
vite bibentem."

Orazio

Carmen I, 38

 

IL MIRTO IN CUCINA

 

  • Il liquore di mirto è, in Sardegna, sinonimo di liquore tipico tradizionale. Nei ristoranti viene sempre ordinato o offerto a fine pasto e nelle abitazioni private viene tutt'oggi preparato artigianalmente. Il colore ed il sapore del liquore di mirto sono caratteristici e lo rendono unico. [Per conoscerne la ricetta, aprire il sottostante link ipertestuale]

http://ricette.giallozafferano.it/Liquore-di-mirto.html

  • Sempre utilizzando le bacche di mirto è possibile realizzare una deliziosa marmellata con la quale preparare crostate o altri dolci. [Per conoscerne la ricetta, aprire il sottostante link ipertestuale]

http://sabirdiera.blogspot.com/2011/01marmellata-di-mirto_18.html

 

IL MIRTO NELLA MEDICINA OFFICINALE 

 

  • Ippocrate prescrisse alle donne affette da afte ed ulcere ai genitali, irrigazioni con acqua di Mirto o con vino in cui fosse stato cotto del Mirto. Plinio, invece, consiglia l’olio di Mirto con cenere per arrestare la caduta dei capelli, o con cenere di zoccolo di mulo per chiudere le chiazze alopeciche; vino di Mirto con cenere di lumache africane per la dissenteria e tordi con bacche di Mirto per i disturbi urinari;
  • Inoltre dalle diverse parti della pianta vengono estratti degli oli essenziali dalle interessanti proprietà aromatiche e officinali. Al mirto sono attribuite qualità balsamiche, antiinfiammatorie, astringenti, leggermente antisettiche, pertanto trova impiego in campo erboristico e farmaceutico per la cura di affezioni a carico dell'apparato digerente e del sistema respiratorio.

 

IL MIRTO NELLA COSMESI 

 

  • L'uso cosmetico delle foglie di mirto raggiunse l'apice della fama con la diffusione della preziosa "acqua angelica", un'acqua distillata purificante della pelle largamente utilizzata dalle dame della corte di Francia del XVI secolo. Inoltre grazie alla sua spiccata attività astringente, antisettica e sebonormalizzante, l'olio essenziale di mirto fa parte della formulazione di cosmetici destinati alle pelli impure, con pori dilatati e tendenza alla seborrea. Per le sue proprietà toniche, lenitive e decongestionanti viene aggiunto in prodotti per pelli sensibili e facilmente irritabili, con tendenza alla couperose, ossia un inestetismo cutaneo conseguente ad una vasodilatazione del microcircolo sottoepidermico. Infine, l'azione astringente e decongestionante lo rende un ingrediente valido per dentifrici, collutori ed altri prodotti per l'igiene orale, oracle, php, wordpress, hospedagem de sites Weblocal.

 

 

 Avvistamenti

  • L'Asia e l'Africa sono probabilmente le terre d'origine del mirto, ma oggi esso è spontaneo in quasi tutta l'area mediterranea, dal livello del mare fino a circa 500 metri d'altitudine. Il mirto vegeta in tutto il mezzogiorno europeo, specialmente in Grecia, Italia, Spagna e nella Francia mediterranea. Solitamente resiste con difficoltà nelle regioni a nord delle Alpi ma lo troviamo nelle contee sud-occidentali dell'Inghilterra, toccatee dalla corrente del Golfo, e persino dell'Irlanda.

 

 

 Tutela e Valorizzazione                                                                                                       

 

  • Nasce nel 1994 l’Associazione Produttori Mirto di Sardegna, con l'obiettivo di valorizzare e tutelare il liquore Mirto di Sardegna Tradizionale e promuovere studi e ricerche rivolti alla caratterizzazione, tipicizzazione e qualificazione del prodotto. Grazie alla collaborazione dell’Università di Sassari e dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, l’Associazione ha realizzato una ricerca tecnico-scientifica lunga e complessa tesa ad ampliare le conoscenze sul prodotto per meglio caratterizzarlo; e ha definito un Disciplinare di Produzione in cui sono indicate le norme relative ai metodi produttivi, le caratteristiche chimico-fisico-organolettiche e la caratterizzazione della frazione aromatica del liquore. Inoltre, è stata istituita una Commissione Tecnica, attualmente costituita da rappresentanti dell'Università di Sassari e dell'Università di Cagliari, con la partecipazione di rappresentanti aziendali, che si occupa di controllare la conformità del prodotto rispetto parametri previsti dal Disciplinare. Tali controlli consistono in prelievi casuali dei campioni al commercio e in verifiche effettuate nelle aziende durante le fasi di produzione.  Un ostacolo determinante per la valorizzazione e la tutela del prodotto è il suo mancato riconoscimento da parte della Commissione Europea. L'Associazione ha proposto la modifica al Regolamento UE n. 1576 del 1989. Il Regolamento comunitario disciplina le norme relative sulla presentazione delle bevande spiritose e sulla tutela delle denominazioni legate alla provenienza geografica.

 

 Links e Riferimenti Bibliografici                                                                                         

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