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fico

Page history last edited by so 12 years, 10 months ago

 

 

Famiglia 

Moracae

Genere 

Ficus

Specie 

 carica

 

Esistono due sub-specie del Ficus Carica e sono il Ficus carica sativa o domestico (come l’esemplare in foto) e il Ficus carica caprificus o selvatico

 

 Nome comune

Anticamente l'albero del fico in italiano era detto figo e deriva dal latino ficus, con il termine ficus s’intende anche il siconio (dal greco skon = fico) il frutto, anticamente esso indicava anche un tumore, un'escrescenza carnosa, e per Ippocrate il termine skon indicava l'orzaiolo. Invece il termine Carica ricorda l’abbondanza propria di questi frutti specialmente nell’area mediterranea.

Il fico selvatico (Ficus caprificus) significa invece fico per le capre, detto anche ruminale secondo alcuni, tra cui Plinio il vecchio e Plutarco, deriverebbe da rumen che in latino significa mammella, in riferimento al fico sotto il quale, secondo la leggenda, Romolo e Remo vennero allattati dalla lupa.

    

 Distribuzione 

Originario dell’Asia Occidentale, si trova prevalentemente in Asia Minore e nelle zone Mediterranee. In Italia specialmente in Puglia, Campania e Calabria. I principali stati con coltivazioni importanti sono, oltre all’Italia: Turchia, Grecia, Algeria, Spagna, Libia, Marocco, Egitto, Palestina, Francia.

 Morfologia 

 è caratterizzato da radici molto estese e superficiali, tronco robusto con corteccia liscia grigiastra. Può raggiungere gli 8 metri di altezza, (l’esemplare in foto è alto circa tre metri). Ha rami deboli, con gemme e foglie rugose di forma ampia con tre o cinque lobi. Nello spazio tra la foglia e il ramo si trovano le gemme a fiore che, schiudendosi, danno origine a un'infiorescenza, detta siconio, formata da un interno carnoso con fiori unisessuali, provvista di un foro, detto ostiolo.il colore del siconio può variare da verde a viola-nerastro.

 

Fenologia

 

 

 

Il fico domestico presenta solo fiori femminili e produce due tipi di frutti:
- fioroni o fichi primaticci: si formano in autunno, maturano nella tarda primavera dell'anno successivo e presentano fiori femminili sterili;
- fichi veri: si formano in primavera, maturano a fine estate dello stesso anno e portano fiori femminili fertili o sterili a seconda della varietà. A volte se la stagione si presenta particolarmente favorevole, la pianta riesce a portare a maturazione in autunno una terza generazione di siconi detti volgarmente cimaruoli.
La formazione del frutto avviene per fecondazione scoperta anticamente dai botanici greci e romani. Essi erano infatti convinti che la fecondazione dei fichi potesse compiersi solo grazie alla puntura di un insetto (Blastophaga psenes) nato dal fico selvatico e appendevano ai rami del fico comune le infiorescenze di caprifico, in modo che la Blastophaga psenes, uscendone carica di polline,possa favorire l'impollinazione mentre va a deporre le proprie uova nel frutto.Tale processo appariva agli studiosi moderni così bizzarro che essi non esitarono a considerare il tutto "una ridicola favoletta". Finchè il grande botanico francese Tournefort non "scoprì" che nelle isole greche la caprificazione veniva praticata esattamente come duemila anni prima. Non solo. Ma si appurò che in alcune varietà, come il "fico di Smirne", si hanno frutti commestibili solo se la pianta viene "infettata" dalla Blastophaga psenes.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

       

 Ecologia 

Il fico è molto resistente e xerofilo, cioè resiste alla siccità prolungata. L’ambiente ideale è la macchia mediterranea o le zone semidesertiche, nelle quali si dice che il frutto acquisisca una dolcezza particolare. Grazie alla sua resistenza si adatta facilmente al punto che lo si trova a quasi tutte le latitudini tranne ovviamente quelle caratterizzate da temperature  eccessivamente rigide.

                                

 Usi e Curiosità

Alcuni proverbi e modi di dire:

"serbare la pancia per i fichi" (trattenersi dal mangiare nelle prime portate di un pasto, preservando l'appetito per le ultime e più gustose portate);

"qui riprendo dattero per figo" (Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, canto XXXIII, v.119): ottengo più di quello che ho dato;

"far le nozze coi fichi secchi" (voler realizzare qualcosa con mezzi inadeguati).

 

Il fico fresco é un frutto che contiene zuccheri facilmente assimilabili e una buona quantità di minerali.E' un alimento nutriente, facilmente digeribile e per questo raccomandato in tutte quelle fasi della vita (infanzia, adolescenza, gravidanza, convalescenza) e in quelle attività (in particolare in quella sportiva) nelle quali sia necessaria una fonte di energia rapidamente utilizzabile. Il fico secco, invece, rispetto al fico fresco diventa quasi un altro alimento. Il contenuto di fibra aumenta di cinque volte, il che lo rende un alimento eccellente soprattutto per mantenere regolato l'intestino stitico. Un etto di fichi secchi inoltre copre il 20 % del fabbisogno giornaliero di calcio e apporta all'organismo il 30 % del ferro necessario ogni giorno. L'integrazione della dieta con fichi secchi è indispensabile in tutti i casi di magrezza e di stanchezza eccessiva, sia di origine fisica che psichica.

 

Per la sindrome del colon irritabile è la pianta di elezione. Basta estrarre le gemme del Fico selvatico, che dà risultati veramente sorprendenti. Esso agisce direttamente sulla pricipale causa del colon irritabile, lo stress e l'ansia, in modo mirato sull'apparato gastroenterico.

 

 

 

 

Per gli antichi Egizi il fico sicomoro era considerato un albero cosmico assimilato alla fenice. Era l'Albero della Vita. Il suo succo, inoltre, era prezioso perché si riteneva donasse poteri occulti e il suo legno era usato per la fabbricazione dei sarcofagi: seppellire un morto in una cassa di sicomoro significava reintrodurre la persona nel grembo della dea madre dell'albero, facilitando così il viaggio nell'aldilà. Nel "Libro dei Morti", infine, il sicomoro è l'albero che sta fuori dalla porta del Cielo, da cui ogni giorno sorge il dio sole Ra. Esso inoltre era consacrato alla dea Hathor dea madre, feconda e nutrice
Un ultimo accenno infine al fico sicomoro nella numerologia. Il sicomoro è legato al numero 9, il numero tre volte sacro (3x3=9), il numero dell'Amore Universale. Rappresenta l'immagine completa dei 3 mondi: materiale, psichico e dell’anima ed è simbolo di verità totale e completa (il 9 moltiplicato per qualsiasi altro numero dà un prodotto le cui cifre sommate tra loro danno ancora 9).

A Roma era sacro a Marte, vero fondatore della città considerato un albero fausto. Era venerato soprattutto dai pastori, che vi si recavano con offerte di latte. Più tardi vennero create due nuove divinità, Jupiter Ruminalis e Rumina, la dea dei poppanti presso i Romani.

Plutarco e Plinio narrano  che un fico fu piantato nel Foro Romano in quanto ritenuto di buon auspicio e che, ogni qual volta la pianta moriva, veniva prontamente rimpiazzata con una nuova.

Un episodio particolare è quello che riguarda le cause della terza guerra punica, la storia o la leggenda narra che Catone il censore sia giunto in Senato portando con sé dei fichi, buoni e succosi, dicendo che erano giunti freschi  da Cartagine.la nemica di sempre era vicina e ancora ricca e fiorente, perciò non si può rischiare, per cui “Delenda Cartagho est!”

 

 

 Links e Riferimenti Bibliografici

 

 

 

 

 

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