FLORA
Pioppo bianco (Populus alba): Classe: Dicotyledones. Famiglia: Salicales. Il pioppo è un albero ad alto fusto (fino a 30 metri) con una corteccia grigio chiaro, la chioma è arrotondata e il fusto sia dritto che ramificato e sinuoso, i rami sono robusti
e partono piuttosto vicino al terreno, le foglie presentano forma ovale.
In primavera la dispersione dei semi contenute in capsule è affidata al vento e l'insieme dei filamenti, batuffoli detti "pappi", ricopre i prati di tutta la città dando la bizzarra impressione di una nevicata fuori stagione. Di bell'aspetto e decorativo, il pioppo cresce anche velocemente, per questo l'Italia possiede lunghe distese di pioppeti destinati alla fabbricazione della carta.
Betulla (Betula pendula): Classe: Dicotyledones. Famiglia: Betulaceae. La betulla è un albero famoso per l'eleganza del fogliame e la bellezza della corteccia bianca a macchie nere, in realtà è detta anche pianta "pioniera" perché in grado di crescere rapidamente in zone bruciate o disboscate e resistente al gelo e alla siccità . Presenta foglie di forma ramboidale, a punta lunga e doppiamente dentellate ai lati; il tronco è snello e i rami secondari hanno un portamento pendulo.
Ippocastano (Aesculus hippocastanum): Classe: Dicotyledones. Famiglia: Ippocastanaceae. L'ippocastano (o castagno d'India) è facilmente riconoscibile grazie all'ampia e fitta chioma di forma conica, dai frutti autunnali racchiusi in ricci spinosi (le tossiche e
lucide castagne matte) e inprimavera grazie ai fiori bianchi anch'essi a forma piramidale che si stagliano sul verde. Possono raggiungere i 30 metri d'altezza con un diametro fino a 10 metri; la corteccia, ruvida e di colore grigio chiaro, si squama
in lunghe placche semi-rigide; le foglie sono dentellate e a gruppi di cinque, un lungo picciolo che le unisce al ramo.
Faggio (Fagus sylvatica): Classe: Dicotyledones. Famiglia: Fagaceae. Il faggio è alto fino a 40 metri, ha corteccia liscia e sottile color grigio-argentato, il tronco è diritto e cilindrico; le foglie sono alterne, ovato ellittiche, lunghe 10-15 centimetri e leggermente ondulate e cigliate sul margine. Di color verde tenero in primavera, in autunno diventano di un gradevole marrone rossiccio. I frutti del faggio sono racchiusi in un involucro rigido noto come "faggiola" munito di aculei non pungenti, essi sono commestibili.
Cipresso (Cupressus sempervirens): Classe: PInopsida. Famiglia: Cupressaceae. Il cipresso è una pianta molto caratteristica del paesaggio italiano, predilige infatti il clima caldo e asciutto del Mediterraneo anche se la sua adattabilità a molti terreni diversi ne ha permesso la diffusione un po' ovunque fino a 700 m s.l.m. é una conifera sempreverde di dimensione contenute con foglie squamiformi verde scuro molto piccole. Il tronco è ramificato a volte fin dalla base e ha una corteccia sottile grigio marrone con lunghe scanalature, la chioma è molto affusolata, di forma piramidale o ovale. Il legno del cipresso era anticamente usato per la costruzione delle navi perché molto resistente e duro, oltre che essere simbolo di virilità a causa del suo aspetto vagamente fallico, per Latini e Greci era l'albero dei defunti, secondo i Persiani era stato il primo albero del paradiso, al Monte Stella (incredibile ma vero) spesso vengono lasciati ai suoi piedi cesti di frutta come doni votivi a una qualche divinità.
Platano ibrido (Platanus hybrida): Classe: Magnoliopsida. Famiglia: Patanaceae Dumortier. Il platano "milanese" è un ibrido tra il Platanus occidentalis e quello orientalis e viene molto sfruttato nelle città lungo i viali o nei giardini perché tollera bene l'inquinamento e le potature. L'albero ha tronco eretto, rami grossi e incurvati e chioma globosa, raggiunge i 30 metri d'altezza e può vivere per diversi secoli. Le foglie sono semplici, palmato-lobate e a inserzione alterna. I platani sono immediatamente riconoscibili grazie alla corteccia squamata che alterna lo strato esterno grigio chiaro a macchie di quello sottostante verde chiaro con disegni asimmetrici.
Abete bianco (Abies alba): Classe: Pinopsida. Famiglia: Pinaceae. L'abete bianco è un albero sempreverde che può crescere fino a 50 metri e che ha bisogno solo di un ambiente sufficientemente ombroso e umido per svilupparsi, il fusto è dritto e in ambienti isolati i rami crescono fittamente sin dalla base, se invece ha poco spazio il fusto rimane nudo fino ad una certa altezza. I rami principali sono disposti perpendicolarmente al terreno e sono disposti lungo il tronco seguendo un andamento a spirale. La corteccia è liscia e molto resinosa negli esemplari giovani, in quelli vecchi si ispessisce diventando ruvida e squamosa, nel complesso l'abete bianco è un albero con poca resina nel legno e quindi più indicato di quello rosso per la produzione di mobili economici (l'abete rosso, più pregiato, richiede una maggiore lavorazione). Le foglie consistono in aghi appiattiti e rigidi disposti sui rami minori in due file come denti di un pettine. Essendo gli abeti gimnosperme, i frutti sono le "pigne" (cioè aggregazione di sporofilli femminili).
Sambuco (Sambucus nigra): Classe: Dicotyledones. Famiglia: Sambucacee o Caprifoliacee. Il sambuco è un albero
(talvolta arbusto semi rampicante) di dimensioni piuttosto ridotte (massimo 10 m di altezza), dotato di un fusto molto ramificato a rami penduli e nodosi. Le foglie sono opposte, picciolate, ovali e seghettate. In primavera sbocciano i piccoli fiori color bianco panna a forma di stella e raccolti in grandi "ombrelli", è noto e utilizzato il midollo perché molto grosso, leggero e compatto. Il sambuco deve la sua fama centenaria ai molteplici usi che vengono fatti dei suoi frutti (piccole bacche lucenti e violacee con cui vengono fatte marmellate, gelatine e sciroppi), dei suoi fiori (frittelle, sciroppi, dolci vari) e delle foglie (maschere di bellezza tonificanti).
Acero riccio (Acer platanoides): Classe: Dicotyledones. Famiglia: Aceraceae. Il tronco dell'acero riccio è slanciato e dritto ed è ramificato nella parte medio-alta, la chioma è ovaleggiante e molto fitta. Le foglie sono ampie, a cinque lobi poco profondi e dentate, le punte sono spesso ricurve (da qui il nome acero "riccio") e in autunno assumono strabilianti sfumature di giallo e rosso. La corteccia è liscia e grigia, sottilmente scanalata, mentre il legno è assolutamente compatto e omogeneo, per questo è impiegato nella fabbricazione della maggior parte degli strumenti musicali e per mobili di lusso.
Oltre agli alberi ad alto fusto, al Monte Stella sono presenti specie di fiori e piante caratteristiche di un qualsiasi prato in primavera. Eccone alcune:
- Pratolina comune (Bellis perennis): Classe: Magnoliopsida. Famiglia: Asteraceae.
- Tarassaco comune (Taraxacum officinale): Classe: Magnoliopsida. Famiglia: Asteraceae. Il tarassaco, che viene chiamato anche dente di leone o soffione, è una pianta erbacea perenne e presenta foglie molto semplici e simili alla lattuga un fiore giallo acceso e di forma ligulata e un'infruttescenza (il "soffione") dotata di ciuffi bianchi con l'obiettivo di agevolare lo spostamento del seme col vento.
- Trifoglio violetto (Tifolium pratense): Classe: Magnoliopsida. Famiglia: Leguminosae. Il trifoglio nasce spontaneamente ma è è anche coltivato in modo massiccio per foraggio e col trifoglio viene fatta la rotazione delle culture, la pianta infatti riesce a rifornire la terra di azoto, elemento essenziale per il nutrimento delle piante.
- Malva (Malva Sylvestris): Classe: Magnoliopsida. Famiglia: Malvaceae. La malva è una pianta erbacea annuale o perenne e viene molto sfruttata nell'erboristeria per mezzo di decotti, tisane, infusi.
FAUNA
Riccio (Erinaceus europaeus): Classe: Mammalia. Famiglia: Erinaceidae. Il riccio è lungo una trentina di centimetri e pesa poco più
di un chilo, ha il capo largo e il muso piccolo e appuntito mentre il tronco è tozzo e ricoperto di aculei grigi lunghi 2-3 cm sulla parte dorsale. Di giorno si nasconde tra rocce e cespugli mentre la notte esce dalla tana ed esplora il terreno molto lentamente, cercando col fiuto gli insetti sopra e sotto il terreno. (Ordine: insettivori). Al minimo rumore il riccio si chiude su se stesso trasformandosi in una palla di aculei difficilmente attaccabile. Spesso al parco i cani fiutano i ricci e danno loro la caccia, invariabilmente viene dimostrata la validità della tecnica di difesa dell'animaletto quando questi, dopo abbaiate furibonde, si ritirano sconfitti.
Pettirosso (Erithacus rubecula): Classe: Aves. Famiglia: Muscicapidae. Il pettirosso è lungo solo 14 cm, il piumaggio è grigio scuro sul dorso e più chiaro sulla pancia, sul petto e sulla gola invece è arancione rosso. Vive per un massimo di 4 anni e svolge un'attività frenetica continua, infatti già da Dicembre prepara il proprio territorio di nidificazione e in primavera si dà ad un canto di corteggiamento lungo e complesso; in seguito,è la femmina ad occuparsi del nido mentre il maschio cura la protezione del territorio prescelto.
Cornacchia (Corvus corone corvix): Classe: Aves. Famiglia: Corvidae. La cornacchia è lunga 45-50 cm e pesa 500 g circa, ha avuto uno sviluppo vastissimo a causa della sua grande versatilità sia in ambito ambientale che ambientale che nutrizionale: colonizza ambienti mediterranei come desertici e montuosi e ha una dieta molto ricca. Non essendo un predatore mangia ciò che trova e riesce a raccogliere senza rischi: carogne, rifiuti dell'uomo, uova d'uccello...questo ha provocato seri problemi al benessere di altri specie, ad esempio quella dei merli. Non sono affatto intimorite dall'uomo seppur mantengono una certa distanza.
Lombrico (Lumbricus terrestris): Classe: Clitellata. Famiglia: Lumbricidae. Il lombrico ha una lunghezza variabile tra i 90 e i 300 mm, ha
un corpo composto da centinaia di metameri e un addome piatto. Svolge un importantissimo ruolo di fertilizzazione e ossigenazione del terreno scavando gallerie ingoiando ed espellendo la terra, con questa pratica il suolo viene smosso e si realizza un significativo apporto di ossigeno.
Come già accennato, esistono altre specie animali al parco: sono ad esempio il merlo (Turdus merula), lo scricciolo (Troglodytes troglodytes), rapaci famosi quanto sfuggenti come una civetta avvistata più volte ma mai immortalata (Aegolius funereus) e un allocco (Strix aluco), pantegane (Rattus norvegicus), miraude (Hierophis viridiflavus) e, momento memorabile, una cocorita verde in fuga dalla cattività nella neve di Dicembre.
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Comments (1)
Marianna Bortolotti said
at 11:29 pm on May 9, 2012
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