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La natura in città

Page history last edited by Alessandro 11 years, 11 months ago

 

Localizzazione

Giardinetti Bompiani

Tipologia di percorso

Città

Specie segnalate

Piccione(Columba livia), trifoglio(Trifolium), caco(Diospyros Kaki), pastore tedesco, setter irlandese, formica nera(Lasius niger), "madre isterica" (Mater hysterica)

 

 

 

 

  

 

 

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 Descrizione del Percorso

 

I GIARDINI BOMPIANI ( EX PALLAVICINO)

 

Quale ambiente più pericoloso e selvaggio della giungla metropolitana? Ma io per spregio del pericolo e dei rischi in cui sicuramente incapperò nell'intraprendere questo periglioso viaggio esplorativo decido di partire comunque alla volta di ambienti selvaggi e infestati dai feroci animali che popolano l'area urbana.

Una volta uscito dalle sicure mura domestiche iniziano per me i veri pericoli; mentre avanzo lungo il tragitto che mi porterà ai giardini Bompiani mi guardo intorno circospetto pronto a difendermi da eventuali attacchi di animali feroci, infatti in questi luoghi così inospitali per l'uomo, i pericoli potrebbero nascondersi ovunque e, come avevo ben immaginato, incrocio sulla mia strada un pericolosissimo piccione (Columba Livia), ma fortunatamente non si accorge di me e di conseguenza non mi attacca... Conscio del pericolo appena corso e riconoscente alla fortuna e alla mia prontezza di spirito che mi ha permesso di salvarmi, proseguo il mio difficoltoso viaggio.

Sono ormai giunto a metà strada senza aver incontrato alcuna forma di vita se non la fitta vegetazione, come l'erba e i trifogli (trifolium), che mi ha reso assai difficoltoso il tragitto; inoltre mi sono imbattuto anche in alcune piante esotiche che però potrebbero fornirmi cibo in caso di bisogno, come un caco (Diospyros Kaki)  i cui frutti maturi mi permetterebbero di sopravvivere a lungo nell'inospitale ambiente che mi circonda.

E finalmente eccomi giunto alla tanto agognata meta, i giardini Bompiani, luogo dove la selvaggia fauna e l'impervia flora sono maggiormente presenti e sviluppate e dove, dunque, i rischi aumentano, e così insieme la mia attenzione; non faccio in tempo a fare pochi passi che mi accorgo con orrore e spavento di essere entrato nella zona di dominio dei cani o come la chiamiamo noi, intrepidi esploratori, esperti conoscitori di essa, Area Cani! Il mio terrore dura pochi secondi, subito infatti mi riprendo e torno alla calma necessaria per sopravvivere in certi ambienti ostili; ecco che però mi accorgo che un grosso pastore tedesco nero mi ha puntato, mi do alla fuga poichè capisco di non avere altre possibilità di salvezza, ma lui è più veloce di me, ormai mi ha quai raggiunto quand'ecco che la sua attenzione viene attratta da un Setter irlandese che probabilmente ha invaso il suo territorio e tra i due inizia una feroce lotta per il dominio del luogo; io ne approfitto per mettermi in salvo.

Ormai fuori dall'area cani avanzo tra la fitta vegetazione osservando l'ambiente circostante, dopo diversi minuti e numerosi pericoli mi imbatto in una colonia di formiche(Lasius niger) che come facilmente arguisco dal colore nero del corpo sono per me innocue, così, dopo averle a lungo osservate, proseguo la mia esplorazione inoltrandomi sempre di più in questo pericoloso e inospitale ambiente. 

Mentre supero un' altalena e uno scivolo, evidentemente antiche tracce di insediamenti umani precolombiani, vedo sbucare da dietro un'altra analoga costruzione ciò che nessuno nella propria vita vorrebbe mai incontrare, una cosa il cui solo nome incute terrore ed è temuta anche dai più spietati predatori, una razza ormai sempre più comune nei nostri giardinetti: una "madre isterica" (Mater hysterica), resa ancora più pericolosa dalla giovane età dei suoi cuccioli che la porta a una ferocia e violenza inaudita e spaventosa; davanti a un pericolo così grande mi do alla fuga decidendo di fare ritorno alle sicure mura domestiche interrompendo così la mia esplorazione ma con la soddisfazione di essere riuscito a salvare la pelle in un ambiente così pericoloso e inospitale dove solo esploratori coraggiosi e abili possono sopravvivere. 

 

 

 Descrizione delle specie 

 

 

 

  • Piccione(Columba livia )  

 

Columba livia.jpg     

Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Superclasse Tetrapoda
Classe Aves
Sottoclasse Carinatae
Infraclasse Neornithes
Ordine Columbiformes
Famiglia Columbidae
Sottofamiglia Columbinae
Genere Columba
Specie C. livia

 

Il piccione(Columba livia)  è una specie di Columbide abbastanza diffusa; L'uccello è lungo 30-35 cm con apertura alare di 62-68 cm La parte posteriore sotto le ali bianca è la migliore caratteristica identificativa del piccione, ma anche le due linee nere che corrono sulle ali grigie. La coda è bordata di bianco. La testa e il collo sono grigio blu scuro nell'adulto con riflessi smeraldini. Gli occhi sono arancioni e possono essere circondati da anelli grigio-bianco. Le zampe sono rossastre.

È resistente e veloce nel volo. La vita di un piccione comune varia dai 3 ai 5 anni allo stato selvatico, ma può raggiungere anche 15 anni per le razze addomesticate.

Non è facile distinguere i due sessi, solo quando stanno insieme si può osservare il tipico comportamento del maschio che corteggia la femmina gonfiando il collo, roteando più volte su se stesso in una bizzarra danza ed emettendo un suono rugoloso; è inoltre a volte possibile distinguere la femmina dalla statura, spesso leggermente più piccola, e dal fatto che a volte si lascia rincorrere dal pretendente.

Durante l'accoppiamento, il maschio e la femmina si prendono per il becco e piegano il collo a vicenda molte volte, fino a quando la femmina non si accovaccia ed il maschio le salta sulla schiena per fecondarla.

La coppia cova due uova di colore bianco deposte dalla femmina, per 21 giorni si alternano di giorno la femmina e di notte il maschio. I nuovi nati saranno alimentati dalla coppia per i primi 5 giorni con una specie di latte proveniente dal gozzo dei genitori e per i giorni successivi l'alimentazione sarà un mix tra latte, semi di grano, semi di granturco e altro che i genitori possono facilmente trovare.

In un mese i piccoli sono pronti per volare ed abbandonare il nido e solo dopo sei mesi sono in grado di riprodursi.

Il piccione è tipico dell'Europa meridionale, del Nordafrica, e del Medio Oriente. Nelle città italiane come in molte altre europee è altamente presente, soprattutto nelle piazze e nei parchi. Spesso ciò costringe ad aumentare la frequenza degli interventi di manutenzione in esterno. Il piccione è granivoro, quindi la sua alimentazione consiste in cereali e leguminose.

  • Trifoglio (Trifolium)

 

Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Fabales
Famiglia Fabaceae
Genere Trifolium

 

Il trifoglio (Trifolium)  è un genere di piante erbacee appartenente alla famiglia delle Fabaceae (o leguminose) e comprendente circa 300 specie. È diffuso nelle regioni temperate dell'emisfero boreale e in quelle montuose dei tropici, e deve il suo nome alla caratteristica forma della foglia, divisa in 3 foglioline (alcune specie però possiedono 5 o 7 foglioline). L'altezza della pianta può arrivare a 30 cm

Trifolium non resiste molto bene al freddo, e predilige i terreni argillosi; tuttavia si adatta a quasi ogni tipo di suolo, purché non sia eccessivamente impregnato d'acqua.

Come molte altre leguminose, il trifoglio ospita fra le sue radici dei batteri simbionti capaci di fissare l'azoto atmosferico; viene utilizzato di conseguenza nel sistema di rotazione delle colture per migliorare la fertilità del suolo. Inoltre, molte specie di trifoglio sono notevolmente ricche di proteine e vengono seminate come foraggio per il bestiame di allevamento.

A volte (circa 1 su 10.000) i trifogli possono avere quattro foglie, questi vengono comunemente chiamati quadrifogli e considerati dei portafortuna.

I due tipi più comuni di trifoglio sono: - Trifoglio rosso (Trifolium pratense) - Trifoglio bianco o ladino (Trifolium repens) 

 

  • Caco (Diospyros Kaki)

 

 

Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Dilleniidae
Ordine Ebenales
Famiglia Ebenacee
Genere Diospyros
Specie D. kaki

Il caco ( Diospyros Kaki) è un albero da frutto del genere Ebenacee, una famiglia di angiosperme dicotiledoni, originario dell'Asia orientaleGli alberi di caco sono a foglia caduca, con altezza fino a 15–18 m ma di norma mantenuti con potature a più modeste dimensioni. Le foglie sono grandi, ovali allargate, glabre e lucenti. Nelle forme allevate per il frutto si riscontrano solo fiori femminili essendo gli stami abortiti, e la fruttificazione avviene spesso per via partenocarpica o in seguito ad impollinazione da parte di alberi della stessa specie provvisti di fiori maschili.

I frutti sono costituiti da una grossa bacca tendenzialmente sferoidale, talora appiattita e appuntita di colore giallo-aranciato, normalmente eduli solo dopo che hanno raggiunto la sovramaturazione e sono detti ammezziti (con polpa molle e bruna).

La preponderante consuetudine di coltivare piante fruttificanti in maniera partenocarpica non esclude la possibilità della esistenza di cultivar che hanno completamente o parzialmente la proprietà di produrre frutti ottenuti da fecondazione, spesso già eduli alla raccolta; questi frutti, ovviamente provvisti di semi, hanno polpa bruna, soda. Esistono anche cachi che producono frutti partenocarpici non astringenti, quindi già pronti per il consumo fresco al momento della raccolta allo stato apparente di frutto immaturo (duro). I frutti commestibili alla raccolta sono detti cachi mela. È ritenuto una specie subtropicale, ma pur essendo una pianta idonea al clima mediterraneo, con la scelta di opportuni portinnesti riesce a sopportare temperature inferiori ai 10 °C sotto zero. Si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno, compresi quelli argillosi, purché ben drenati, profondi e di scarso contenuto in sodio e boro; quindi non ama terreni ed atmosfere saline.

 

  • Pastore tedesco

 

 

Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Mammalia
Sottoclasse Theria
Infraclasse Placentalia
Ordine Carnivora
Sottordine Caniformia
Famiglia Canidae
Sottofamiglia Caninae
Genere Canis
Specie C. lupus
Sottospecie C. l. familiaris

Il pastore tedesco è una razza canina appartenente al gruppo dei cani da pastore di origine tedescall pastore tedesco è un cane di taglia media, leggermente allungato, forte e ben muscoloso. Il carattere è equilibrato, dai nervi saldi ed è sicuro di sé, di indole normalmente tranquilla con i familiari, non si può però dire lo stesso del suo rapporto con altri animali e umani estranei. È docile, si distingue per buona combattività, tempra e coraggio, caratteristiche che lo rendono facilmente addestrabile a tutti gli impieghi, dalla guardia alla difesa, dalla pastorizia all'accompagnamento.

La testa è cuneiforme e la fronte leggermente convessa quasi senza solco mediano. Ha occhi a mandorla molto scuri. Le orecchie sono erette, a punta e rivolte in avanti, il naso è diritto, con tartufo di colore nero. La mascella e la mandibola sono molto forti. Possiede 42 denti con chiusura a forbice. Ha un collo e un dorso robusto.

Gli arti anteriori sono diritti e paralleli mentre quelli posteriori sono leggermente arretrati. La pianta del piede è dura e di colore scuro. La coda di solito arriva fino all'altezza del garretto e nella parte inferiore ha il pelo più lungo. Il pelo è duro, di lunghezza media, fitto, ben aderente e con abbondante sottopelo; il colore è nero con focature rosso-bruno, brune fino al grigio; il colore può essere anche nero o grigio uniforme con sfumature più scure. L'altezza media, per i maschi, è tra i 60 e i 65 cm e il peso va dai 30 ai 40 kg. In media per le femmine l'altezza è tra 55 e 60 cm con peso tra 22 e 32 kg.

La dote principale di questa razza canina è la versatilità, il che spiega il suo impiego in numerose attività. Raramente oggi un pastore tedesco è visto a capo di un gregge. Invece è molto diffuso nei servizi di protezione civile come cane da valanga e da ricerca di persone disperse, sia in superficie sia nelle macerie; è diffuso come cane da guida per ciechi (anche se in questo campo sta venendo soppiantato da razze come il Golden Retriever e il Labrador Retriever), è diffusamente impiegato dalle Forze di Polizia di tutto il mondo come cane antidroga e antisommossa ed è considerato un ottimo animale da compagnia.

 

  • Setter irlandese

 

 

Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Mammalia
Sottoclasse Theria
Infraclasse Placentalia
Ordine Carnivora
Sottordine Caniformia
Famiglia Canidae
Sottofamiglia Caninae
Genere Canis
Specie C. lupus
Sottospecie C. l. familiaris

Il Setter irlandese è un tipo di Setter di origine irlandese di colore rosso mogano o bianco e rosso. Esso appartiene ad una razza canina del gruppo dei cani da ferma britannici. È una razza adatta sia alla caccia che alla compagnia, ma si presta anche a mostre canine.I maschi hanno una statura di circa 61-66 cm e le femmine di 58-65; il peso maschile si aggira sui 27-34 chilogrammi e quello femminile sui 25-32. l suo muso è allungato, con canna nasale dritta e tartufo nero; i suoi occhi sono di colore marrone o nocciola scuro e le orecchie hanno forma triangolare e sono sottili; la coda è orizzontale e presenta frange. Il pelo è lungo tranne che sulla testa, di colore rosso mogano, dorato e luminoso, sempre in assenza di nero.  Notevolmente prolifico, è un cane molto longevo, soprattutto in relazione alla mole, potendo anche superare i 15 anni. L'andatura è caratterizzata da un galoppo sciolto e velocissimo.Caratterialmente esso è un cane molto vivace, soprattutto nei primi anni. Le femmine solitamente si tranquillizzanoi dopo il primo calore ma restano comunque dei cani molto energici e vitali. Hanno bisogno di fare lunghe passeggiate e di correre in spazi aperti. È un cane che difficilmente può vivere solo in appartamento e necessita di uno spazio aperto, anche piccolo, per sfogare le proprie energie. È un cane molto affettuoso e cerca molto il contatto umano. Si può educare ed è piuttosto intelligente, presenta spesso un carattere testardo e a volte controverso. Dal sistema nervoso estremamente sensibile, necessita di molta calma, pazienza e conoscenza della razza nell'educazione del soggetto (e tanto più nell'addestramento), non tollerando assolutamente maniere forti e nervosismi; una volta che conquista la fiducia nel padrone, è anzi un cane altamente affidabile. È normalmente molto socievole con gli altri cani ed animali (ad eccezione della selvaggina, verso la quale nutre una naturale tendenza ad incalzarla). Se non utilizzato per la caccia, è adatto a vivere in famiglia e con i bambini.


  • Formica nera (Lasius niger)

 

 

Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Bilateria
Phylum Arthropoda
Subphylum Tracheata
Superclasse Hexapoda
Classe Insecta
Sottoclasse Pterygota
Coorte Endopterygota
Superordine Oligoneoptera
Sezione Hymenopteroidea
Ordine Hymenoptera
Sottordine Apocrita
Sezione Aculeata
Superfamiglia Vespoidea
Famiglia Formicidae
Sottofamiglia Formicinae
Tribù Lasiini
Genere Lasius
Sottogenere Lasius
Specie L. niger

La formica nera (Lasius niger)  è una formica del genere Lasius, comunemente detta anche formica nera dei giardini, diffusa in tutta l'Europa ed in alcune parti del Nord America e dell'Asia.Essa è una specie monoginica e forma colonie con un numero variabile di individui tra le 15.000 e le 30.000 unità. Estremamente adattabili, nidificano nel terreno in piccoli nidi, e vanno in letargo in alcuni mesi invernali.

 

Le operaie, che hanno un addome semi-estensibile per contenere i liquidi zuccherini e sono lunghe circa dai 2 ai 5 millimetri (le regine possono arrivare a 9 mm), si nutrono soprattutto della melata rilasciata da emitteri parassiti delle piante come afidi e cocciniglie, con cui vivono in simbiosi e proteggono dai predatori distribuendoli sulle piante nell'ambiente esterno al nido. Le uova delle formiche sono prive di involucri protettivi. Le larve sono triangolari, spesso prive di arti e incapaci di compiere movimenti complessi, ma possono contrarsi se minacciate. Le operaie nutrono le larve. La larva delle formiche secerne un po' di seta con la quale, quando è matura, si tesse un bozzolo in cui trascorre lo stadio di pupa. Questo bozzolo, per svilupparsi, deve essere generalmente sotterrato dalle operaie. Le uova e le larve sono assistite con gran cura dalle operaie, che le trasportano nelle parti più confortevoli del formicaio a seconda delle necessità del loro sviluppo. La cura della prole costituisce la maggior parte del lavoro che si svolge nel formicaio. Le regine non lavorano e vivono da quindici a venti anni (il record di longevità è di 26). Le operaie vivono da cinque a dieci anni; i maschi, invece, muoiono dopo essersi accoppiati.

 

  • Madre isterica (Mater hysterica)

 

Dominio Kakokaryota
Regno Animalia iracunda
Phylum Adhyrata
Classe Mammalia
Ordine Lymphatus
Famiglia Hyperanxius
Genere Femina
Specie Mater Hysterica

La Madre isterica (Mater hysterica) è una razza che si sta diffondendo sempre più nel mondo, in particolare presso giardini o altri luoghi all'aperto dove sono soliti ritrovarsi i loro cuccioli per svagarsi e per intraprendere la vita sociale che è una caratteristica tipica di questa razza; una madre isterica diviene tale solo in seguito alla sua prima gravidanza che la muta da essere umano, homo sapiens che era, in questa nuova razza. Essa è caratterizzata da un'aggressività e un'apprensione verso i cuccioli non comuni in natura in grado di spaventare i più feroci animali; in confronto un leone che veda un cucciolo del branco in pericolo è paragonabile a un agnellino. Esse sono animali solitari anche se solitamente sono affiancate da un compagno, generalmente il genitore della prole anche se, in seguito all'impulso insito nella natura della madre isterica, essa farà sì che il genitore non veda il figlio che pochi minuti al giorno. Per quanto riguarda la vita sociale, come prima citato, sono molto aperte ai contatti anche se solo ed esclusivamente tra membri della stessa specie; in loro è però presente un forte desiderio di primeggiare che le spingerà a sostenere la superiorità del proprio cucciolo rispetto agli altri anche nel caso in cui questi non abbia alcuna dote particolare (ciò compone la maggior parte dei casi). Nel malcapitato caso in cui il cucciolo di una madre isterica dovesse accidentalmente farsi male, l'ira di quest'ultima si scatenerà riversandosi su ogni forma vivente presente nel raggio di diversi chilometri (sembra che la potenza e letalità dell'attacco di furia siano inversamente proporzionale all'età del cucciolo). Purtroppo non sono disponibili maggiori informazioni poichè nessuno ha mai avuto il coraggio, o forse la pazzia, di avvicinarle per meglio indagare sul loro conto.

 

 

 

 Quando?

  • L'ambiente milanese ha un clima spesso rigido d' inverno, caldo ma non eccessivamente d' estate e temperato in primavera. Importante è però evitare la stagione delle nebbie che di solito si ha tra la fine di Ottobre e l'inizio di Dicembre; essa è assai pericolosa a causa della rapidità e imprevedibilità con cui si manifesta, essa avvolge il malcapitato impedendogli la vista e rendendolo inerme davanti a tutti i pericoli che lo circondano.

          Si consiglia dunque di non intraprendere alcuna spedizione di qualsiasi natura in quel periodo se non si è ben preparati e attrezzati.

 

 

 Curiosità

  • Nella classificazione delle specie é stato usato il colore verde per le tabelle destinate alla classificazione di speci vegetali, il giallo per le speci animali e il rosso per la Mater hysterica, quest'ultimo colore è stato scelto poichè si intendeva palesare la pericolosità e la ferocia di tale animale. 
  • L'intero percorso, meno la parte destinata alla descrizione delle specie che è stata redatta con grande serietà(eccezion fatta per la "madre isterica") è ovviamente da leggere in chiave ironica, l'intento era quello di dare ad un ambiente per sua natura tranquillo, ordinario e, se si vuole, monotono, caratteristiche più esotiche e avventurose; l'idea era di mostrare come non serva compiere viaggi incredibili, in terre misteriose, trovando animali fantastici se si è dotati di un po' di fantasia, di come basti poco per trasformare la nostra solita vita quotidiana in avventure degne di un libro di Salgari, che in effetti non si mosse mai dalla sua città per scrivere i suoi romanzi ambientati in luoghi che lui, pur essendosi documentato su di essi, poteva solo immaginare. E dunque perchè lasciarsi pervadere dalla noia e dalla monotonia? Perchè non chiudere gli occhi e lasciare che la nostra immaginazione faccia il resto?

 

 

[IMPORTANTE: Inserire il link nella pagina de I percorsi]


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