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Dominio |
Eukaryota |
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Regno |
Animalia |
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Sottoregno |
Eumetazoa |
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Superphylum |
Deuterostomia |
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Phylum |
Chordata |
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Subphylum |
Vertebrata |
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Superclasse |
Tetrapoda |
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Classe |
Aves |
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Sottoclasse |
Carinatae |
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Infraclasse |
Neornithes |
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Ordine |
Columbiformes |
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Famiglia |
Columbidae |
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Sottofamiglia |
Columbinae |
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Genere |
Columba |
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Specie |
C. livia |
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Il piccione(Columba livia) è una specie di Columbide abbastanza diffusa; L'uccello è lungo 30-35 cm con apertura alare di 62-68 cm La parte posteriore sotto le ali bianca è la migliore caratteristica identificativa del piccione, ma anche le due linee nere che corrono sulle ali grigie. La coda è bordata di bianco. La testa e il collo sono grigio blu scuro nell'adulto con riflessi smeraldini. Gli occhi sono arancioni e possono essere circondati da anelli grigio-bianco. Le zampe sono rossastre.
È resistente e veloce nel volo. La vita di un piccione comune varia dai 3 ai 5 anni allo stato selvatico, ma può raggiungere anche 15 anni per le razze addomesticate.
Non è facile distinguere i due sessi, solo quando stanno insieme si può osservare il tipico comportamento del maschio che corteggia la femmina gonfiando il collo, roteando più volte su se stesso in una bizzarra danza ed emettendo un suono rugoloso; è inoltre a volte possibile distinguere la femmina dalla statura, spesso leggermente più piccola, e dal fatto che a volte si lascia rincorrere dal pretendente.
Durante l'accoppiamento, il maschio e la femmina si prendono per il becco e piegano il collo a vicenda molte volte, fino a quando la femmina non si accovaccia ed il maschio le salta sulla schiena per fecondarla.
La coppia cova due uova di colore bianco deposte dalla femmina, per 21 giorni si alternano di giorno la femmina e di notte il maschio. I nuovi nati saranno alimentati dalla coppia per i primi 5 giorni con una specie di latte proveniente dal gozzo dei genitori e per i giorni successivi l'alimentazione sarà un mix tra latte, semi di grano, semi di granturco e altro che i genitori possono facilmente trovare.
In un mese i piccoli sono pronti per volare ed abbandonare il nido e solo dopo sei mesi sono in grado di riprodursi.
Il piccione è tipico dell'Europa meridionale, del Nordafrica, e del Medio Oriente. Nelle città italiane come in molte altre europee è altamente presente, soprattutto nelle piazze e nei parchi. Spesso ciò costringe ad aumentare la frequenza degli interventi di manutenzione in esterno. Il piccione è granivoro, quindi la sua alimentazione consiste in cereali e leguminose.
 
Dominio |
Eukaryota |
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Regno |
Plantae |
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Divisione |
Magnoliophyta |
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Classe |
Magnoliopsida |
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Ordine |
Fabales |
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Famiglia |
Fabaceae |
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Genere |
Trifolium |
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Il trifoglio (Trifolium) è un genere di piante erbacee appartenente alla famiglia delle Fabaceae (o leguminose) e comprendente circa 300 specie. È diffuso nelle regioni temperate dell'emisfero boreale e in quelle montuose dei tropici, e deve il suo nome alla caratteristica forma della foglia, divisa in 3 foglioline (alcune specie però possiedono 5 o 7 foglioline). L'altezza della pianta può arrivare a 30 cm
Trifolium non resiste molto bene al freddo, e predilige i terreni argillosi; tuttavia si adatta a quasi ogni tipo di suolo, purché non sia eccessivamente impregnato d'acqua.
Come molte altre leguminose, il trifoglio ospita fra le sue radici dei batteri simbionti capaci di fissare l'azoto atmosferico; viene utilizzato di conseguenza nel sistema di rotazione delle colture per migliorare la fertilità del suolo. Inoltre, molte specie di trifoglio sono notevolmente ricche di proteine e vengono seminate come foraggio per il bestiame di allevamento.
A volte (circa 1 su 10.000) i trifogli possono avere quattro foglie, questi vengono comunemente chiamati quadrifogli e considerati dei portafortuna.
I due tipi più comuni di trifoglio sono: - Trifoglio rosso (Trifolium pratense) - Trifoglio bianco o ladino (Trifolium repens)
 
Dominio |
Eukaryota |
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Regno |
Plantae |
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Divisione |
Magnoliophyta |
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Classe |
Magnoliopsida |
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Sottoclasse |
Dilleniidae |
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Ordine |
Ebenales |
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Famiglia |
Ebenacee |
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Genere |
Diospyros |
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Specie |
D. kaki |
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Il caco ( Diospyros Kaki) è un albero da frutto del genere Ebenacee, una famiglia di angiosperme dicotiledoni, originario dell'Asia orientale. Gli alberi di caco sono a foglia caduca, con altezza fino a 15–18 m ma di norma mantenuti con potature a più modeste dimensioni. Le foglie sono grandi, ovali allargate, glabre e lucenti. Nelle forme allevate per il frutto si riscontrano solo fiori femminili essendo gli stami abortiti, e la fruttificazione avviene spesso per via partenocarpica o in seguito ad impollinazione da parte di alberi della stessa specie provvisti di fiori maschili.
I frutti sono costituiti da una grossa bacca tendenzialmente sferoidale, talora appiattita e appuntita di colore giallo-aranciato, normalmente eduli solo dopo che hanno raggiunto la sovramaturazione e sono detti ammezziti (con polpa molle e bruna).
La preponderante consuetudine di coltivare piante fruttificanti in maniera partenocarpica non esclude la possibilità della esistenza di cultivar che hanno completamente o parzialmente la proprietà di produrre frutti ottenuti da fecondazione, spesso già eduli alla raccolta; questi frutti, ovviamente provvisti di semi, hanno polpa bruna, soda. Esistono anche cachi che producono frutti partenocarpici non astringenti, quindi già pronti per il consumo fresco al momento della raccolta allo stato apparente di frutto immaturo (duro). I frutti commestibili alla raccolta sono detti cachi mela. È ritenuto una specie subtropicale, ma pur essendo una pianta idonea al clima mediterraneo, con la scelta di opportuni portinnesti riesce a sopportare temperature inferiori ai 10 °C sotto zero. Si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno, compresi quelli argillosi, purché ben drenati, profondi e di scarso contenuto in sodio e boro; quindi non ama terreni ed atmosfere saline.

Dominio |
Eukaryota |
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Regno |
Animalia |
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Sottoregno |
Eumetazoa |
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Superphylum |
Deuterostomia |
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Phylum |
Chordata |
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Subphylum |
Vertebrata |
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Infraphylum |
Gnathostomata |
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Superclasse |
Tetrapoda |
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Classe |
Mammalia |
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Sottoclasse |
Theria |
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Infraclasse |
Placentalia |
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Ordine |
Carnivora |
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Sottordine |
Caniformia |
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Famiglia |
Canidae |
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Sottofamiglia |
Caninae |
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Genere |
Canis |
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Specie |
C. lupus |
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Sottospecie |
C. l. familiaris |
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Il pastore tedesco è una razza canina appartenente al gruppo dei cani da pastore di origine tedesca. ll pastore tedesco è un cane di taglia media, leggermente allungato, forte e ben muscoloso. Il carattere è equilibrato, dai nervi saldi ed è sicuro di sé, di indole normalmente tranquilla con i familiari, non si può però dire lo stesso del suo rapporto con altri animali e umani estranei. È docile, si distingue per buona combattività, tempra e coraggio, caratteristiche che lo rendono facilmente addestrabile a tutti gli impieghi, dalla guardia alla difesa, dalla pastorizia all'accompagnamento.
La testa è cuneiforme e la fronte leggermente convessa quasi senza solco mediano. Ha occhi a mandorla molto scuri. Le orecchie sono erette, a punta e rivolte in avanti, il naso è diritto, con tartufo di colore nero. La mascella e la mandibola sono molto forti. Possiede 42 denti con chiusura a forbice. Ha un collo e un dorso robusto.
Gli arti anteriori sono diritti e paralleli mentre quelli posteriori sono leggermente arretrati. La pianta del piede è dura e di colore scuro. La coda di solito arriva fino all'altezza del garretto e nella parte inferiore ha il pelo più lungo. Il pelo è duro, di lunghezza media, fitto, ben aderente e con abbondante sottopelo; il colore è nero con focature rosso-bruno, brune fino al grigio; il colore può essere anche nero o grigio uniforme con sfumature più scure. L'altezza media, per i maschi, è tra i 60 e i 65 cm e il peso va dai 30 ai 40 kg. In media per le femmine l'altezza è tra 55 e 60 cm con peso tra 22 e 32 kg.
La dote principale di questa razza canina è la versatilità, il che spiega il suo impiego in numerose attività. Raramente oggi un pastore tedesco è visto a capo di un gregge. Invece è molto diffuso nei servizi di protezione civile come cane da valanga e da ricerca di persone disperse, sia in superficie sia nelle macerie; è diffuso come cane da guida per ciechi (anche se in questo campo sta venendo soppiantato da razze come il Golden Retriever e il Labrador Retriever), è diffusamente impiegato dalle Forze di Polizia di tutto il mondo come cane antidroga e antisommossa ed è considerato un ottimo animale da compagnia.

Dominio |
Eukaryota |
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Regno |
Animalia |
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Sottoregno |
Eumetazoa |
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Superphylum |
Deuterostomia |
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Phylum |
Chordata |
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Subphylum |
Vertebrata |
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Infraphylum |
Gnathostomata |
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Superclasse |
Tetrapoda |
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Classe |
Mammalia |
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Sottoclasse |
Theria |
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Infraclasse |
Placentalia |
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Ordine |
Carnivora |
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Sottordine |
Caniformia |
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Famiglia |
Canidae |
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Sottofamiglia |
Caninae |
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Genere |
Canis |
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Specie |
C. lupus |
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Sottospecie |
C. l. familiaris |
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Il Setter irlandese è un tipo di Setter di origine irlandese di colore rosso mogano o bianco e rosso. Esso appartiene ad una razza canina del gruppo dei cani da ferma britannici. È una razza adatta sia alla caccia che alla compagnia, ma si presta anche a mostre canine.I maschi hanno una statura di circa 61-66 cm e le femmine di 58-65; il peso maschile si aggira sui 27-34 chilogrammi e quello femminile sui 25-32. l suo muso è allungato, con canna nasale dritta e tartufo nero; i suoi occhi sono di colore marrone o nocciola scuro e le orecchie hanno forma triangolare e sono sottili; la coda è orizzontale e presenta frange. Il pelo è lungo tranne che sulla testa, di colore rosso mogano, dorato e luminoso, sempre in assenza di nero. Notevolmente prolifico, è un cane molto longevo, soprattutto in relazione alla mole, potendo anche superare i 15 anni. L'andatura è caratterizzata da un galoppo sciolto e velocissimo.Caratterialmente esso è un cane molto vivace, soprattutto nei primi anni. Le femmine solitamente si tranquillizzanoi dopo il primo calore ma restano comunque dei cani molto energici e vitali. Hanno bisogno di fare lunghe passeggiate e di correre in spazi aperti. È un cane che difficilmente può vivere solo in appartamento e necessita di uno spazio aperto, anche piccolo, per sfogare le proprie energie. È un cane molto affettuoso e cerca molto il contatto umano. Si può educare ed è piuttosto intelligente, presenta spesso un carattere testardo e a volte controverso. Dal sistema nervoso estremamente sensibile, necessita di molta calma, pazienza e conoscenza della razza nell'educazione del soggetto (e tanto più nell'addestramento), non tollerando assolutamente maniere forti e nervosismi; una volta che conquista la fiducia nel padrone, è anzi un cane altamente affidabile. È normalmente molto socievole con gli altri cani ed animali (ad eccezione della selvaggina, verso la quale nutre una naturale tendenza ad incalzarla). Se non utilizzato per la caccia, è adatto a vivere in famiglia e con i bambini.
- Formica nera (Lasius niger)
 
Dominio |
Eukaryota |
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Regno |
Animalia |
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Sottoregno |
Eumetazoa |
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Ramo |
Bilateria |
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Phylum |
Arthropoda |
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Subphylum |
Tracheata |
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Superclasse |
Hexapoda |
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Classe |
Insecta |
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Sottoclasse |
Pterygota |
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Coorte |
Endopterygota |
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Superordine |
Oligoneoptera |
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Sezione |
Hymenopteroidea |
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Ordine |
Hymenoptera |
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Sottordine |
Apocrita |
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Sezione |
Aculeata |
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Superfamiglia |
Vespoidea |
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Famiglia |
Formicidae |
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Sottofamiglia |
Formicinae |
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Tribù |
Lasiini |
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Genere |
Lasius |
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Sottogenere |
Lasius |
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Specie |
L. niger |
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La formica nera (Lasius niger) è una formica del genere Lasius, comunemente detta anche formica nera dei giardini, diffusa in tutta l'Europa ed in alcune parti del Nord America e dell'Asia.Essa è una specie monoginica e forma colonie con un numero variabile di individui tra le 15.000 e le 30.000 unità. Estremamente adattabili, nidificano nel terreno in piccoli nidi, e vanno in letargo in alcuni mesi invernali.
Le operaie, che hanno un addome semi-estensibile per contenere i liquidi zuccherini e sono lunghe circa dai 2 ai 5 millimetri (le regine possono arrivare a 9 mm), si nutrono soprattutto della melata rilasciata da emitteri parassiti delle piante come afidi e cocciniglie, con cui vivono in simbiosi e proteggono dai predatori distribuendoli sulle piante nell'ambiente esterno al nido. Le uova delle formiche sono prive di involucri protettivi. Le larve sono triangolari, spesso prive di arti e incapaci di compiere movimenti complessi, ma possono contrarsi se minacciate. Le operaie nutrono le larve. La larva delle formiche secerne un po' di seta con la quale, quando è matura, si tesse un bozzolo in cui trascorre lo stadio di pupa. Questo bozzolo, per svilupparsi, deve essere generalmente sotterrato dalle operaie. Le uova e le larve sono assistite con gran cura dalle operaie, che le trasportano nelle parti più confortevoli del formicaio a seconda delle necessità del loro sviluppo. La cura della prole costituisce la maggior parte del lavoro che si svolge nel formicaio. Le regine non lavorano e vivono da quindici a venti anni (il record di longevità è di 26). Le operaie vivono da cinque a dieci anni; i maschi, invece, muoiono dopo essersi accoppiati.
- Madre isterica (Mater hysterica)
 
Dominio |
Kakokaryota |
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Regno |
Animalia iracunda |
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Phylum |
Adhyrata |
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Classe |
Mammalia |
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Ordine |
Lymphatus |
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Famiglia |
Hyperanxius |
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Genere |
Femina |
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Specie |
Mater Hysterica |
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La Madre isterica (Mater hysterica) è una razza che si sta diffondendo sempre più nel mondo, in particolare presso giardini o altri luoghi all'aperto dove sono soliti ritrovarsi i loro cuccioli per svagarsi e per intraprendere la vita sociale che è una caratteristica tipica di questa razza; una madre isterica diviene tale solo in seguito alla sua prima gravidanza che la muta da essere umano, homo sapiens che era, in questa nuova razza. Essa è caratterizzata da un'aggressività e un'apprensione verso i cuccioli non comuni in natura in grado di spaventare i più feroci animali; in confronto un leone che veda un cucciolo del branco in pericolo è paragonabile a un agnellino. Esse sono animali solitari anche se solitamente sono affiancate da un compagno, generalmente il genitore della prole anche se, in seguito all'impulso insito nella natura della madre isterica, essa farà sì che il genitore non veda il figlio che pochi minuti al giorno. Per quanto riguarda la vita sociale, come prima citato, sono molto aperte ai contatti anche se solo ed esclusivamente tra membri della stessa specie; in loro è però presente un forte desiderio di primeggiare che le spingerà a sostenere la superiorità del proprio cucciolo rispetto agli altri anche nel caso in cui questi non abbia alcuna dote particolare (ciò compone la maggior parte dei casi). Nel malcapitato caso in cui il cucciolo di una madre isterica dovesse accidentalmente farsi male, l'ira di quest'ultima si scatenerà riversandosi su ogni forma vivente presente nel raggio di diversi chilometri (sembra che la potenza e letalità dell'attacco di furia siano inversamente proporzionale all'età del cucciolo). Purtroppo non sono disponibili maggiori informazioni poichè nessuno ha mai avuto il coraggio, o forse la pazzia, di avvicinarle per meglio indagare sul loro conto.
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