La morfologia
Il corpo del cavallo si divide in quattro parti: la testa, il collo, il tronco e gli arti o estremità.
La testa racchiude gli organi essenziali alla vita del cavallo e con il suo peso influisce sui movimenti e sulle andature.
Testa (profilo) |
Testa (fronte) |
1 - Ciuffo e fronte
2 - Tempia 3 - Regione sopraobitale 4 - Regione dell'occhio 5 - Dorso del naso 6 - Narice 7 - Labbra 8 - Orecchio 9 -Nuca 10- Ragione parotidea 11 - Gola 12 - Piatto della guancia 13 - Ganascia 14 - Tasca della guancia 15 - Barbozza
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1 - Orecchio 2 - Regione sopraorbitale
3 - Regione dell'occhio
4 - Dorso del naso
5 - Narice
6 - Labbro superiore
7 - Nuca
8- Ciuffo
9 -Tempia
10 - Fronte
11- Palpebre
12 - Guancia
13- Punta del naso
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Il collo sostiene la testa e si unisce al tronco. Nel margine superiore si trova la criniera. Il margine inferiore inizia dalla gola e si prolunga con la trachea. I giugoli sono due solchi longitudinali nella parte inferiore dove corrono nervi e vasi importanti. Il collo del cavallo in movimento ha la funzione di bilanciere.
Parti del collo |
1 - Parotide 2 - Gola 3 - Giugoli 4 - Margine inferiore del collo 5 - Punta del petto 6 - Nuca 7 - Margine superiore del collo 8 - Garrese 9 - Margine esteriore della spalla
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Il tronco e le estremità del cavallo sono composti da parti molto specifiche che sono fondamentali per comporre, collegare e mantenere solida la struttura del cavallo.
La punta della spalla è un angolo osseo prominente: questo angolo si ritrova da ogni lato del pettorale e un po' al di sotto della giuntura d'incontro tra l'incollatura e la spalla.
Il garrese è una protuberanza ossea che forma un prolungamento del dorso. Dal punto più alto del garrese al suolo si misura l' altezza del cavallo.
Il dorso è la parte di colonna vertebrale nella quale si inseriscono le costole. Il garrese di conseguenza, fa parte del dorso. Le reni si trovano fra il dorso, la groppa ed i fianchi.
Comprendono quella parte della colonna vertebrale dove non ci sono più costole e che tocca il limite del bacino superiore.
La punta della natica è quella prominenza ossea che precede la radice della coda. La coscia: in alto è congiunta alla groppa, in basso alla gamba e alla grassella
La grassella è l'articolazione della gamba posteriore che si trova nella parte inferiore del fianco e che corrisponde al nostro ginocchio.
La punta della grassella è la parte immediatamente davanti all'articolazione.
Il fianco, parte molle del lato del cavallo, ricopre in parte l' intestino. Quest'area è delimitata anteriormente dalle costole, posteriormente dalla coscia e dalla punta dell'anca e inferiormente dalla pancia - ventre.
L’addome è quella grande cavità che contiene le viscere.
La groppa è la parte superiore del corpo tra le reni anteriormente e la coda posteriormente.
La punta dell'anca è una superficie ossea prominente che si trova un po' arretrata rispetto all'ultima costola.
Il garretto è l'articolazione delle zampe posteriori posta tra la gamba e lo stinco.
La punta del garretto è una protuberanza ossea che si trova nella parte superoposteriore del garretto stesso.
Il gomito fa parte dell'avambraccio: è formato da una grossa prominenza ossea tra la parte superiore e posteriore dell'avambraccio.
La punta del gomito è la parte sporgente.
Le castagnole sono delle escrescenze cornee che troviamo nel lato interno dell'arto.
Il ginocchio è l'articolazione posta tra l'avambraccio e lo stinco.
Lo stinco è l'osso posto tra il ginocchio e il nodello.
Il nodello è un'articolazione formata dall'unione dello stinco con il pastorale, serve per ammortizzare la battuta in movimento. La faccia posteriore del nodello porta una escrescenza ossea detta sperone. Vi è un ciuffo di crini posteriormente al nodello la cui funzione è quella di proteggere il pastorale da traumi superficiali.
L’apparato locomotore
Per apparato locomotore si intende l’insieme di tutte quelle parti del corpo del cavallo che gli permettono di muoversi sul terreno. La natura ha fatto si che il movimento degli animali terrestri avvenisse attraverso giochi di leve.
Apparato scheletrico
Lo scheletro del cavallo, come quello di molti altri mammiferi, è costituito da una serie di ossa collegate tra loro dalle articolazioni. Anche lo scheletro di questo animale ha una quantità elevata di ossa.
Come si può ben notare il cavallo è uno degli animali che si sviluppa in lunghezza quindi ha un gran numero di vertebre che svolgono funzioni diverse. Il numero totale di vertebre varia da 51 a 54. Si suddividono in: 7 vertebre cervicali, 18 vertebre dorsali, 6 vertebre lombari, 5 vertebre sacrali e da 15 a 18 vertebre coccigee. Le costole, che racchiudono la cavità toracica e quindi proteggono gli organi vitali, sono 18 per lato. La nuca è composta da: cranio, orbite, mascella superiore, mandibola. Le ossa che compongono le estremità devo essere ben sviluppate e resistenti in quanto devono supportare tutto il peso dell’animale. Queste ossa sono quelle che hanno maggior mobilità e hanno uno strato di cartilagine elastica fra di esse per impedire lo sfregamento e il successivo consumo dell’osso. Le scapole sono le uniche ossa a non avere giunture, me è la massa muscolare che svolge il compito di tenerle salde al tronco.
Apparato scheletrico
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1 - Mascella inferiore 2 - Denti molari 3 - Osso Nasale 4 - Osso parietale 5 - Osso occipitale 6 - Atlante 7 - Epistrofeo 8 - Vertebre cervicali (n.7) 9 - Vertebre dorsali (n.18) 10 - Vertebre lombali (n.6) 11 - Vertebre sacrali (n.5) 12 - Vertebre coccigee (n.15/20) 13 - Costole (n.36, 18 per parte) 14 - Scapola 15 - Omero 16 - Radio 17 - Olecrano 18 - Ossa del carpo 19 - Ossa del metacarpo o stinco 20 - Metacarpale accessorio 21 - Sesamoidei 22 - Prima, seconda e terza falange 23 - Lleo 23a - Ischio 23b - Pube 24 - Femore 25 - Rotula 26 - Tibia 27 - Perone 28 - Calcaneo 29 - Ossa del tarso 30 - Grande metatarso 31 - Metatarso accessorio 32 - Prima, seconda e terza falange 33 - Osso navicolare 34 - Sterno |
L’apparato muscolare
Sono numerosi e molto diversi tra loro per taglia, peso, volume, ma lo sono anche in rapporto all'eta', alla razza e allo stato di salute.
Per completare l'esame dell'apparecchio locomotore occorre prendere in considerazione i muscoli che sono gli organi attivi del movimento: essi, infatti, sotto l'influenza di uno stimolo nervoso adeguato, sono capaci di accorciarsi (contrazione) temporaneamente determinando il movimento dei segmenti ossei sui quali prendono attacco. I muscoli contribuiscono, inoltre, a dare al soggetto la sua fisionomia e i suoi atteggiamenti caratteristici, modellano le regioni del corpo, forniscono punti di riferimento indispensabili per la valutazione morfologica e per la pratica medico-chirurgica.
Il numero dei muscoli del cavallo e', in generale, di poco superiore a 450. La taglia e il peso dei diversi muscoli differiscono notevolmente: alcuni misurano pochi centimetri (muscolo articolare della spalla), altri sono invece voluminosissimi (muscolo gluteo medio). Esistono anche grandi differenze in rapporto all'eta', alla razza, all'esercizio, allo stato di salute. A questo proposito, il dimagrimento non e' dovuto solo alla perdita di grasso, ma a partire da un certo grado vi e' anche una riduzione delle masse muscolari che in casi estremi porta ad una vera e propria atrofia dei muscoli. I muscoli vengono distinti in cutanei o scheletrici.
I muscoli cutanei sono superficiali, posti immediatamente sotto la pelle ed hanno almeno un attacco sulle parti profonde di quest'ultima. La loro contrazione determina il caratteristico movimento della pelle che permette al cavallo di liberarsi dagli insetti: sono inoltre numerosi nella testa, dove provocano i movimento delle labbra, delle narici, delle palpebre e delle orecchie.
I muscoli scheletrici sono piu' profondi e numerosi e prendono sempre attacco sullo scheletro del quale mobilizzano i vari segmenti ossei.
L'attacco dei muscoli sulle ossa avviene sempre mediante i tendini, i quali trasmettono, anche a una certa distanza, l'azione dei muscoli concentrandola su un piccolo territorio. I tendini possono essere molto lunghi. particolarmente negli arti dove i muscoli non oltrepassano la regione dell'avambraccio o quella della gamba. In questi casi i tendini sono mantenuti nella loro posizione, qualunque sia il movimento effettuato, dalla guaina tendinea, si tratta di una specie di galleria entro la quale si situano uno o piu' tendini, accompagnati da una sinoviale tendinea che ne facilita lo scorrimento. La sinoviale tendinea forma a ciascuna estremita' della guaina un fondo cieco nel quale, in condizioni patologiche, si puo' accumulare una certa quantita' di liquido sinoviale: si formano cosi' le mollette e i vesciconi tendici, da non confondere con le analoghe lesioni articolari.
I muscoli, anche in condizioni di riposo, presentano uno stato di concentrazione minima detta tono muscolare, che concorre ad assicurare la stazione o postura del corpo: L'elemento fondamentale che caratterizza il muscolo e' la fibra muscolare. I muscoli che hanno il compito di determinare ampi spostamenti dei segmenti ossei possederanno fibre lunghe orientate prevalentemente secondo la lunghezza del muscolo. Nei muscoli che devono sviluppare soprattutto potenza, assume maggiore importanza il numero delle fibre. In questo caso le fibre si dispongono obliquamente in modo che l'aumento di numero non accresca eccessivamente il volume totale del muscolo.
I muscoli, in base alla loro funzione, vengono definiti flessori e estensori, abduttori e adduttori seguendo un ordine topografico secondo le varie regioni del corpo, si distinguono i muscoli della testa, del collo, del torace, dell'addome, della coda, dell'arto toracico e dell'arto pelvico.
Apparato Muscolare
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1 - Massetere
2 - Buccinatore 3 - Temporale 4 - Orbicolare delle palpebre 5 - Depressore del labbro inferiore 6 - Elevatore comune labbro superiore e ala del naso 7 - Omotracheliano 8 - Sterno omerale 9 - Sterno cefalico
1 - Massetere2 - Buccinatore 3 - Temporale 4 - Orbicolare delle palpebre 5 - Depressore del labbro inferiore 6 - Elevatore comune labbro superiore e ala del naso 7 - Omotracheliano 8 - Sterno omerale 9 - Sterno cefalico
10 - Splenio 11 - Angolare della scapola 12 - Infraspinato 13 - Grosso estensore dell'avanbraccio 14 - Corto estensore dell'avanbraccio 15 - Estensore anteriore metacarpo 16 - Estensore anteriore falangi 17 - Flessore profondo falangi 18 - Legamento sopraspinoso dorsolombale 19 - Grandorsale 20 - Gluteo superficiale 21 - Fascia lata 22 - Bicipite femorale 23 - Semitendinoso 24 - Semimembranoso 25 - Fascia lombodorsale 26 - Estensore anteriore falangi 27 - Gastrocnemio 28 - Muscolo della coda
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L’apparato Circolatorio
La circolazione, nel cavallo come negli altri mammiferi, è doppia e completa, dall'arco aortico, che emerge dal ventricolo sinistro, si staccano le due arterie principali dirette agli arti e alla testa. Vi è la presenza nel sangue di piastrine e i globuli rossi, cellule anucleati, discoidali e biconcavi.
L’apparato circolatorio è composto dal cuore e dai vasi sanguigni (vene e arterie). Il suo compito è di far arrivare l’ossigeno respirato con l’aria alle cellule di tutto il corpo.
Il cuore ha la funzione di pompa ed il suo compito è mantenere il sangue in continuo movimento. Le vene e le arterie sono presenti in tutto il corpo fino alle estremità. Nelle arterie scorre il sangue ricco di ossigeno, dai polmoni verso la periferia del corpo; le vene trasportano il sangue carico di anidride carbonica, dalla periferia fino ai polmoni. L’ossigeno nel sangue viene trasportato dai globuli rossi, che svolgono la funzione di trasportatori grazie all’emoglobina che trattiene l’ossigeno. A riposo, il cuore di un cavallo ha circa 30-40 battiti al minuto, ma sotto sforzo può arrivare a una frequenza di 240 battiti al minuto.
Sotto sforzo il fisico ha bisogno di più ossigeno, quindi il cuore batterà più velocemente e i globuli rossi aumenteranno la velocità per portare ossigeno più in fretta: se ciò non bastasse, arriverà alla milza l’ordine di comprimersi, e questa metterà in circolo altri globuli rossi che teneva in deposito per le emergenze.
L’attività fisica e quindi l’allenamento, fanno sì che l’organismo del cavallo produca per abitudine un maggior numero di globuli rossi così da rendere sempre meno necessario l’intervento della milza.
Tra i cavalli esistono 7 gruppi sanguigni e la frequenza della loro espressione varia in base alla razza.
L’apparato Respiratorio
Il cavallo, come tutti i mammiferi respira attraverso i polmoni. L'apparato respiratorio consiste della cavità orale e nasale, della trachea, laringe e faringe che successivamente convogliano in un bronco esterno, questo penetra nel polmone e vi si ramifica all'interno andando a formare i bronchioli. Lo scambio gassoso avviene all'interno degli alveoli che sono irrorati da vasi sanguigni, lo scambio tra ossigeno e anidride carbonica avviene per diffusione. La funzione della respirazione e fornire l’ossigeno necessario all’organismo .
L’aria, ricca di ossigeno, entra dalle narici (il cavallo respira sempre dal naso), passa attraverso i seni nasali, la faringe, la trachea, i bronchi, i bronchioli e arriva ai polmoni. Nei polmoni avviene lo scambio tra ossigeno ed anidride carbonica del sangue.
A riposo un cavallo respira circa 8-12 volte al minuto. Il ritmo può aumentare in caso di malattie respiratorie, agitazione o sforzo.
Al galoppo il respiro si sincronizza con l’andatura ed il cavallo sfrutta un meccanismo che gli permette di respirare passivamente, cioè senza sforzo, sfruttando l’oscillazione dei visceri. Gli arti posteriori, con il loro movimento, spingono la sacca viscerale in avanti, questa comprime i polmoni, e l’aria viene espulsa: nella fase successiva, i posteriori arretrano, la sacca viscerale arretra con loro, libera i polmoni e l’aria entra. Questo meccanismo non può funzionare in caso di salite o discese, che impediscono alla sacca viscerale di oscillare.
I sensi del cavallo
Udito
L’udito nel cavallo è molto sviluppato: con esso percepisce ciò che gli sta accadendo intorno.
Le sue orecchie svolgono anche la funzione di dare l’equilibrio all’animale, si muovono in continuazione cercando di captare i suoni. Il suo cervello li elabora e memorizza associandoli a diverse situazioni.
Il cavallo che vive con l’uomo sentendosi protetto è meno attento alle sollecitazioni uditive esterne rispetto a quello che vive allo stato brado.
Sa riconoscere la differenza tra voce umana ed animale.
Dell’udito di quest’animale non sappiamo ad ogni modo ancora abbastanza, e l’unico animale che all’interno dell’orecchio presenta un’appendice cieca chiamata tasca gutturale di cui non se ne conosce la funzione.
Con le orecchie, esprime anche i suoi stati d’animo che ci possono far comprendere quando ci avviciniamo all’animale cosa sta cercando di comunicare.
A ) Orecchie in avanti, capo alzato, interesse per ciò che lo circonda ma anche stato di allerta.
B ) Orecchie perpendicolari alla testa, tranquillità, curiosità ed attenzione.
C ) Orecchie in dietro accompagnate da labbra tirate, indicano ira e forte disagio.
D ) Orecchie in avanti con muso alzato, cerca di comprendere, scruta e valuta.
E ) Orecchie rilassate, aperte, è tranquillo e non presenta timore.
F ) Orecchie tirate in dietro, paura e disagio.
Vista
La vista per il cavallo rappresenta uno dei sensi più importanti, ha occhi grandi, pensate che sono di volume doppio rispetto a quelli dell'elefante. Sono occhi che vedono molto bene di notte, talmente bene che ci porta a credere che sia un'animale notturno. La verità è che è sia diurno sia notturno, è un'animale che è sempre all'erta, ed alterna il suo riposo in varie ore della giornata.
I suoi occhi essendo posti ai lati della testa hanno una visuale di 350 gradi, le pupille hanno un campo panoramico e controlla ogni cosa anche senza voltarsi, avendo la vista monoculare. Il cavallo con un solo occhio può tranquillamente vedere cosa gli passa accanto, senza muovere la testa.
E’ costretto ad usare la binoculare quando guarda davanti a se. La vista monoculare permette una visuale più ampia, però appiattisce le cose e non dà la giusta profondità, per questo il cavallo non sa calcolare la vicinanza di un oggetto, se è costretto ad usare la binoculare che ha inferiore alla nostra, questa gli crea dei punti visivi morti sia davanti a lui sia dietro.
Olfatto
Se ci avviciniamo ad un cavallo uno dei suoi primi movimenti è di portare il muso in avanti per odorarci, odorandoci cerca anche di stabilire un rapporto con noi. Potete fare nello stesso modo quando vi avvicinate ad un cavallo, soffiategli leggermente sulle narici come fanno loro, potrete stabilire un contatto migliore.
Il loro odorato non è sviluppato come quello di un cane ma è superiore al nostro, ed è adatto alle sue esigenze. Quando fiuta cerca di forzare l’aria attraverso le cavità nasali, in questo modo può esaminare tutte le sostanze volatili fino a farle giungere al bulbo olfattivo posto nel cervello, che è anche connesso al gusto. Il suo apparato olfattivo comprende anche un organo particolare chiamato Jacobson, che aumenta la capacità olfattiva e la cui funzione sembra connessa alla ricerca nell’aria dei ferormoni, sostanze emesse da un animale per comunicare.
Gusto
Il gusto del cavallo è identico a quello umano, non si sa però con quale intensità percepisce i sapori. La preferenza di un sapore ad un altro è una questione di scelta di gusto se preferite, Poiché i cavalli non possono vomitare, probabilmente sia con l’odorato sia con il gusto sono in grado di distinguere con sicurezza tra alimenti buoni o pericolosi.
Tatto
Il senso del tatto è sia tattile, ed è evidenziato dalla presenza dei peli come quelli del naso paragonabili alle vibrisse del gatto, sia termico e dolorifico, chi non ha visto avvicinando un cavallo come reagisce al posarsi di un insetto sulla pelle, lo vedremmo muoversi rapidamente per toglierselo di dosso: ai cavalli poi piace molto il contatto (fra simili o padrone).
Intelligenza sopraffina
Un cavallo in linea di massima si fida poco degli umani e perciò “sta sulle Sue”. Un cavallo che non conosce, una persona si comporterà genericamente al minimo del rischio e cioè farà ciò che gli viene chiesto e non può far finta di non capire, ma senza metterci nulla di suo. Se e quando il rapporto con la persona si stringe e l’umano fa in modo che il cavallo, quando prende un’iniziativa, si senta apprezzato e incoraggiato, si sblocca un meccanico che la porta ad esprimersi e a comunicare, secondo la sua intelligenza e le esperienze passate.
Sono proprio le esperienze a fare la differenza e tutto il processo di “scongelamento” del cavallo si allunga a dismisura perché i cavalli ricordano tutto e benissimo. Inoltre, fatta in proporzione l’intelligenza di una gallina e dieci la nostra, un cane è in media sei. Nei cavalli invece, si va da due a nove. I cavalli sono in genere curiosi, abitudinari e amanti delle novità, infatti un abitudinario rifugge dalle avventure, ma questa è una caratteristica equina. Un qualcosa di completamente diverso da imparare o un posto insolito da scoprire, roba che stimola, sveglia e tonifica è molto meglio delle solite ore passate in box. Non c’è niente di più deprimente di un lavoro sempre identico e ripetitivo, magari con poco sforzo impegno. Questo tipo di attività affligge molti, in particolare i cavalli della scuola che fanno per ore le stesse cose ogni giorno e quindi non sono certo in grado di esprimere una folgorante intelligenza. Altro tipo di “intontimento” è quello del proprietario che si fa sellare e pulire il cavallo, la monta come se fosse una motocicletta, poi scende e lo riconsegna all’artiere. Senza un contratto senza una carezza, senza una schiaffo, senza una carota. Un soggetto “sbloccato” per prima cosa comunica, mostra emozioni e sentimenti, troppo parlando di cavalli, ma per chi li conosce non è così.
I denti
La dentatura degli Equidi è molto specializzata. Rappresentano un tipo di erbivori perfetti con scomparsa quasi totale dei canini, disgiunzione delle arcate incisive e molari, ipsodonzia estrema nell’adulto e formazione, nelle due dentizioni, di superfici trituranti assai efficaci. I denti del cavallo adulto sono a crescita protratta, e le modalità del loro sviluppo sono molto legate al tipo di alimento impiegato nell’allevamento.
Il cavallo compie movimenti masticatori che fanno scorrere la mandibola sulla mascella in senso dorso-ventrale e latero-laterale, con un’azione analoga a quella di una macina.
La mascella, avendo una larghezza superiore rispetto alla mandibola, consente al cavallo la masticazione alternativamente da un solo lato.
La masticazione è coadiuvata dall’intervento della lingua e delle guance che, con i loro continui movimenti, mantengono l’alimento costantemente sotto i denti fino a che esso non risulta adatto alla formazione di un bolo che sarà poi deglutito.
Gli incisivi cambiano continuamente forma, durante il corso della vita del cavallo, e sono considerati degli ottimi indicatori dell’età.
Alla nascita i denti incisivi non sono ancora presenti, ma dopo una settimana si possono sentire i picozzi e i mezzani palpando le gengive. Sono i denti da latte.
Spesso il dente da latte persiste per un po’ di tempo, davanti a quello permanente. Questo può determinare lo sviluppo irregolare dell’arcata; questa ultima può essere alterata anche quando il dente deciduo viene estirpato prima del momento normale per la caduta. In questo caso il dente permanente è più prominente dal lato vestibolare dei vicini. Un difetto piuttosto frequente, è la tendenza degli incisivi superiori di soprammettersi su quelli inferiori.
Questo può provocare problemi nella prensione dell’erba, e anche la comparsa di ulcere sulle gengive o sul palato, causate dallo sfregamento del dente sulla mucosa.
Un maschio adulto possiede 40 denti. 12 incisivi (picozzi, mediani, cantoni), 4 scaglioni e 24 morali. Una femmina adulta possiede soltanto 36 denti. I 4 scaglioni sono raramente presenti. Verso i 3-4 anni appaiano i denti di lupo sulla mascella superiore. Questi denti costituiscono i primi anti-molari. Devono essere tolti al più presto possibile.
La masticazione rappresenta per il cavallo un fattore tranquillante.
Una masticazione così prolungata e un tale frazionamento dei pasti sono, inoltre, correlati alla particolare fisiologia del cavallo: il volume relativamente scarso dello stomaco lo obbliga infatti ad ingerire quantità modeste di alimento e a ridurlo in frammenti molto piccoli, in modo da velocizzare il transito gastrico, permettendo, contemporaneamente, l’attacco efficace degli enzimi presenti.
La saliva contiene la ptialina, un enzima che idrolizza l’amido a maltosio, zucchero che può essere facilmente metabolizzabile nello stomaco: se il bolo non viene sufficiente insalivato, l’amido della razione viene scarsamente utilizzato.
Il piede
Gli equini hanno un solo dito come terminazione di ciascun arto.
Il piede è costituito da due parti:
- una parte esterna insensibile, lo zoccolo;
- una parte interna sensibile chiamata vivo del piede o tuello.
Lo zoccoloè l'unghia del piede che avvolgendo l'estremità distale (inferiore) dell'arto, contine e protegge il vivo del piede.
Lo zoccolo è diviso in quattro parti distinte:
Parete o muraglia
La parete o muraglia è quella lamina cornea che ricopre la parte anteriore e le parte laterali del piede fino ad arrivare al limite posteriore dove si piega ad angolo acuto verso il centro del piede stesso.
Il colore e lo spessore della muraglia sono variabili, il colore dal grigio al nero e lo spessore non è mai minore di un centimetro nel piede normale, è massimo in punta e diminuisce verso le parti posteriori.
La sua consistenza è tenace ed elastica, abbastanza simile a quella di una lastra di teflon; lo spessore varia da circa 6 a circa 12 mm, risulta costituita da tre strati sovrapposti: lo strato non pigmentato e la linea bianca.
Lo strato pigmentato ha prevalentemente una funzione di protezione, e le sue caratteristiche meccaniche la rendono inadatto a svolgere una funzione di supporto del peso.
Lo strato non pigmentato è deputato alla funzione di supporto e resiste molto bene al contatto con il suolo.
La linea bianca rappresenta il punto di congiunzione fra la muraglia e le strutture interne sensibili dello zoccolo. A causa della sua consistenza piuttosto ridotta, va incontro ad una rapida usura nel punto di affioramento.
La muraglia costituisce il punto d'appoggio del ferro, e i chiodi vengono applicati obliquamente, entrando dalla linea bianca e attraversando verso l'esterno i vari strati.
La suola
Si tratta di una piastra cornea che ricopre la maggio parte della pianta del piede, si presenta incurvata a volta con la forma approssimativa di mezza luna.
In profondità, la suola è costituita da un materiale traslucido, ceroso, chiamato "suola viva" o "suola buona". La suola assume consistenza variabile in funzione della presenza o dell'assenza del contatto con il suolo e dal movimento. Se il contatto manca la superficie della suola assume un aspetto farinoso e friabile; se invece il contatto è presente, e il movimento adeguato, la suola si compatta in un materiale molto duro, liscio, lucido (callo della suola), di consistenza poco inferiore a quello della muraglia.
Il fettone
Si tratta di una massa di sostanza cornea che, incastrandosi tra le barre e la suola, completa la parte inferiore dello zoccolo. Il suo colore è più scuro di quello della suola e la consistenza è minore, quasi pastosa.
La faccia rivolta verso il suolo è divisa posteriormente in due rami (rami del fettone), da una profonda incavatura detta incavatura mediana.
La parte di fettone compresa tra la punta ed i rami prende il nome di corpo del fettone; i rami del fettone presentano posteriormente due rigonfiamenti detti bulbi del fettone o glomi.
Ha una particolare consistenza gommosa, indizio della sua funzione di "ammortizzatore elastico" e di "punto di presa" su superfici dure e potenzialmente scivolose.
La benda perioplica
E' un sottile strato di unghia che ricopre esternamente la parte superiore della muraglia, verso i talloni si allarga e ricopre i bulbi del fettone.
Il Tuello
E' l'insieme delle parti del piede contenute all'interno dello zoccolo. A differenza dello zoccolo che è formato di sostanza priva di vita (insensibile), il tuello è invece costituito di ossa, legamenti, tendini, vasi sanguigni … tutti organi dotati di sensibilità. Scheletro Il dito del cavallo che inizia dal nodello, è costituito da tre ossa principali (falangi) e tre ossa secondarie.
Sotto carico, lo zoccolo si deforma in modo complesso. L'arco plantare si appiattisce, la concavità plantare si riduce, e i talloni si allontanano uno dall'altro. Il diametro dello zoccolo aumenta; lo zoccolo assume la sua configurazione dilatata. Al suo interno, l'osso triangolare si abbassa leggermente spostandosi rispetto alla muraglia. Da notare anche che la deformazione sotto carico causa una depressione all'interno dello zoccolo, subito compensata da un afflusso sanguigno.
Quando il carico cessa, lo zoccolo riassume elasticamente la sua forma contratta, la pressione al suo interno aumenta e ne consegue l'efflusso del sangue.
Corretta alimentazione per una salute di ferro
Ogni cavallo ha, un metabolismo, una struttura fisica, un tipo di lavoro diverso da tutti gli altri e che varia nei diversi periodi della sua vita. L’alimentazione dev’essere curata in base a tutte queste variabile se vogliamo che il nostro cavallo abbia una salute di ferro.
Un’alimentazione sbagliata influisce su tutto il corpo del cavallo, piedi compresi. Forse non è così facile collegare. L’alimentazione a problemi che non riguardono direttamente stomaco e intestino. Gli zoccoli, ovvero i punti più periferici della struttura del cavallo, possono subire le conseguenze di un’alimentazione mal bilanciata, sviluppando patologie più o meno gravi. Uno zoccolo robusto è segno di salute. Se invece ci troviamo davanti a zoccoli fragili o peggio doloranti è segno che qualcosa non va. La causa potrebbe essere un lavoro troppo intenso o su terreni inadatti che provoca un logorio dello zoccolo, ma potrebbe anche essere un’alimentazione non adatta alle necessità del nostro amico. La prima delle conseguenze di un’alimentazione carente in determinati principi nutritivi è che lo zoccolo diventa fragile o cresce poco.
La muraglia può essere soggetta a una scarsa crescita o a un’eccessiva fragilità. Lo zoccolo sembra una struttura resistente, ma è in realtà molto delicato. La fragilità dello zoccolo è un problema molto serio, anche perché spesso è difficile risoluzione. L’alimentazione è spesso responsabile dell’insorgere di questa condizione. Anche i minerali devono essere forniti in quantità adeguata. In particolar modo lo zolfo è necessario per la formazione delle proteine solforate che costituiscono i peli, i crini e lo zoccolo stesso. Tra gli altri microelementi, ci sono lo iodio, il manganese e il rame.
La Laminite
Un’alimentazione eccessivamente ricca è invece la prima causa di una malattia terribile, la laminite. Questa dolorosissima patologia consiste nell’infiammazione delle strutture dello zoccolo e in particolar mode delle lamine, ovvero quel tessuto la cui funzione principale è quella di mantenere l’osso della terza falange in posizione adeguata all’interno del piede. Se l’infiammazione è molto grave le lamine non sono più in grado di contenere l’osso, che rischia quindi di “ruotare”, in seguito alle tensione esercitata dal tendine flessore profondo. Il cavallo si troverà quindi a tentare di camminare su una parte di osso che non è adeguata a portare il peso del suo corpo. I cavalli con forme gravi di lamine non sono più in grado di muoversi e per guarire devono affrontare molte cure. Le conseguenze della laminite dovrebbero farci capire quanto è importante curare l’alimentazione del nostro cavallo.
Cereali? Mai troppi
Gli alimenti maggiormente responsabili nell’insorgenza di questo problema sono i cereali, a causa del loro elevato contenuto di zuccheri e in particolare di amido. Se questa molecola zuccherina arriva in cospicue quantità al grosso intestino favorisce lo sviluppo di batteri potenzialmente pericolosi. Questi batteri producono infatti tossine che vengono assorbite e possono poi dare effetti molto spiacevoli proprio a carico dello zoccolo. La quantità limite di cereali che espone un cavallo a un attacco di laminite può essere molto variabile. La brusca introduzione dei cereali all’interno dell’intestino provoca, infatti, una rapita alterazione dei microrganismi. I pony sono i più predisposti alla laminite. Anche il lavoro può essere determinante: sforzi eccessivi o comunque non proporzionati al grado di allenamento del cavallo possono agire come fattori di rischio per patologie ai danni dello zoccolo.
Il mantello
Il mantello (o manto) è il complesso dei peli che rivestono il corpo del cavallo, proteggendolo dagli agenti atmosferici. Il suo colore e disegno è l'elemento tra i più significativi nella distinzione tra i soggetti, ogni animale, anche se apparentemente sembra dello stesso colore, nel mantello ha caratteristiche e particolarità che servono per il suo riconoscimento. Alcune razze hanno mantelli caratteristici. A volte può risultare difficile determinare l'esatta classificazione di un mantello.
Baio
Son i mantelli che presentano moltissime variazioni, dalle gradazioni più tenui, dette anche baio dorato, al baio chiaro fino al baio ciliegio, con peli che variano dal rosso ramo al mogano e che sono solitamente associati ai purosangue.
Tutti i cavalli bai hanno le estremità nere e possono presentare macchie bianche sulla testa e balzane sulle zampe.
Il baio, essendo il mantello ancestrale del cavallo (gene Agouti), è il più diffuso.
Morello
È un manto completamente nero che caratterizza alcune razze, come il Frisone e il Murgese; il morello (gene E) è dominante autosomico nei confronti del sauro (gene A).
Sauro
Si tratta di un mantello di colore marrone rossastro o zenzero. Il sauro può variare dal marrone chiaro o giallo sbiadito ai colori più scuri, come nel cosiddetto sauro castagna o sauro bruciato. Il musi e le gambe sono dello stesso coloro della criniera e della coda, anche se a volte queste ultime possono essere dorate (colore del grano) o addirittura di un grigio argento.
Grigio
Dall’unione di peli bianchi e neri su pelle scura deriva il mantello grigio. Ce ne sono diverse gradazioni di grigio, che variano a seconda del colore predominante. Potrebbe anche risultarne un mantello pomellato. Il colore si schiarisce con l’età e durante l’inverno è solitamente più pallido che in estate. Un grigio ferro è scuro, con predominanza di peli neri e solitamente con arti neri. Nel grigio chiaro prevalgono i peli bianchi. Il muso e tutta l’area intorno agli occhi sono più chiari o dello stesso colore del corpo, mentre coda e criniera possono essere bianche o grigio argento. I grigi trotini hanno piccoli ciuffi di pelo nero oppure marrone sparsi per tutto il corpo. E’ un dato di fatto che i grigi sono più predisposti ad ammalarsi di tumore della pelle, specialmente nella vecchiaia, rispetto ai cavalli di altri colori.
Roano
E’ un mantello composta da un miscuglio di peli bianchi e rossi, a volte con l’aggiunta di nero e marrone scuro. Classicamente i roani si dividono in roano ordinario, in cui la distribuzione di peli bianchi e rossi è equilibrata; roano chiaro, in cui predominanza di peli chiari; roano scuro, in cui prevalgono i peli neri; roano vinoso, con predominanza di peli rossi. Ogni volta che le estremità sono nere, si parla di mantello baio roano.
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Palomino, perlino, isabella, cremello e albino
Il colore palomino: il mantello è dorato brillante, la pelle scura, la corda e la criniera chiarissime.
Il crema, o perlino, è un mantello giallo pallido su pelle rosea, coda e criniera sono spesso argentate e gli occhi scuri. Talvolta i perlini hanno occhi azzurri o color mattone e in tal caso il cavallo viene spesso definito cremello.
L’albino, del mantello candido e dalla pelle estremamente chiara, è un cavallo del tutto privo di pigmentazione, che dà l’impressione di essere rosa ovunque, anche negli occhi.
Il manto Isabella è color ocra chiaro con estremità e crini neri, il gene che codifica questo mantello è quello della diluizione cremello dominante incompleto.
Pezzati, multicolori e mantelli irregolari
I cosiddetti piebald, in italiano morelli pezzati, si riconoscono immediatamente perché portano macchie bianche e nere con bordi ben definiti.
Il mantello skewbald, o multicolore, presenta invece ampie pezzature bianche su fondo baio, sauro, o di qualsiasi altro colore tranne che nero. Gli skewbald possono avere a loro volta l’occhio vaio, come anche i cavalli dal mantello irregolare sono quelli che presentano macchie costituite da più di due colori diversi che spesso si mescolano sulla sommità.
Segni particolari della testa
La testa del cavallo può essere di colore uniforme o caratterizzata da una delle cinque macchi tipiche. La stella è una macchia bianca sulla fronte che può essere larga, media, piccola., o sbiadita (il cosiddetto fiore). Se rotonda e regolare si parla di palla di neve, se si prolunga verso il basso, di stella prolungata.
La lista è una striscia stretta, che scende dalla fronte fino al naso.
Il bella faccia, o mascherina, è un’ampia zona bianca che copre tutta la parte anteriore della testa e frequentemente anche entrambi gli occhi e le narici.
Il tagli è una piccola macchia bianca su muso e naso.
Segni particolari degli arti
Le balzane possono trovarsi su una, due, tre o tute le gambe del cavallo. Si dice principio di balzana quando la macchi di peli bianchi si trova lungo la corona dello zoccolo, traccia di balzana quando ne interessa solo una parte; balzana dentellata incorona se il margine bianco della corona presenta macchie di colore scuro o nero.
La piccola balzana si ferma sotto il nodello; la balzana normale copre tutto il pastorale e arriva al nodello. Una grande balzana raggiungerà la metà dello stinco.
Il termine calzata viene utilizzato nel caso in cui la macchia si estende dallo stinco fino al ginocchio o al garretto.
Segni particolari del mantello
La riga mulina è una striscia nera che va dalla criniera fino alla coda del cavallo.
Le carbonature sono punti più scuri sul manto dei sauri.
Le fiaccature, ossia dei peli bianchi sopra e dietro l’area del garrese, sono causati dalla pressione della sella.
Le cicatrici possono a loro volta lasciare una zona senza peli o con peli bianchi.
Qualsiasi tipo di manto colorato può essere picchiettato di grigio, quando ci sono solo peli bianchi isolati; macchiato se le chiazze di pelo bianco sono distribuite irregolarmente sul manto, o bordato se una macchia ha il bordo poco definito.
Segni particolari del corpo
A parte le macchie sui mantelli monocolore, ci sono molti altri segni di riconoscimento naturali. I remolini son zone in cui i peli cambiano direzione.
Le castagne, appena sopra il ginocchio negli anteriori, in corrispondenza della regione superiore del garretto nei posteriori, si dice siano uniche e diverse per ciascun cavallo.
Le aree della pelle prive di pigmentazione sono chiamate liscio.
Il colpo di lancia, una depressione della forma di un pollice, può apparire sul corpo e in particolar modo sul collo.
Gli zoccoli possono essere scuri, chiari o striati, a seconda del colore delle gambe. Solitamente, se queste sono scure gli zoccoli sono neri, mentre se le gambe sono bianche, anche gli zoccoli sono chiari.
Le infarinature sul muso e intorno agli occhi sono macchie chiare di tinta crema su mantello scuro.
Gli occhi possono essere anche blu o vai in caso di scarsa pigmentazione; o addirittura rosa.
Disturbi della pelle
In generale siano subito portati a pensare che il responsabile sia qualche alimento vero il quale il nostro cavallo è allergico, tuttavia le vere allergie alimentari son poco frequenti. Più sovente questi disturbi si possono manifestare in seguito alla somministrazione di farmaci, alla puntura di insetti come i culicoides oppure per contatto con sostanze verso le quali si è sviluppata una sensibilità.
Queste reazioni allergiche possono presentarsi sotto forma di piccole papule rimanendo localizzate in alcune regioni del corso come il collo, la groppa o il torace oppure ricoprire interamente tutto il corpo, testa compresa. Le reazioni allergiche di questo tipo possono essere molto pruriginose.
I culicoides sono piccoli insetti molto fastidiosi per il cavallo che possono provocare la dermatite estiva recidivante o DER. Questo problema causa nei soggetti sensibili un forte prurito che costringe allo sfregamento continuo, che porta addirittura alla perdita del pelo e all’inspessimento anomalo della pelle. La zona più colpite sono generalmente la groppa e la criniera.
E’ stato dimostrato che gli acari della polvere sono molto importanti nell’insorgenza di alcuni problemi allergici respiratori e cutanei. Gli acari son infatti abitanti comuni nelle nostre case. Si nutrono dei detriti della pelle annidandosi in coperte. L’ambiente caldo umido è un ottimo posto per questi animaletti che si annidano tra le coperte e sottosella. Con l’arrivo del primo sole primaverile, essi possono moltiplicarsi abbondantemente è forse per questa ragione che con l’avvicinarsi del periodo primaverile molti cavalli sviluppano reazioni allergiche. Al momento attuale gli unici test che abbiano a disposizione per identificare eventuali allergie nel cavallo sono il cosidetto skin test e l’analisi del sangue. Lo skin test viene anche conosciuto con il termine d’intradermoreazione. Prevede l’iniezione nella pelle di micro quantità possibili allergeni. Le analisi allergologiche sul sangue, invece, si basano sull’esecuzione di alcune analisi in laboratorio per identificare la presenza di alcuni anticorpi. Entrambi i metodi richiedono un pò di tempo per avere i risultati, che non sempre sono attendibili.
Gli acari della polvere possono essere un problema per i nostri cavalli, si annidano nelle coperte e nei sottosella e solo un lavaggio accurato ad elevate temperature seguito da un’asciugatura al sole ci permette di eliminare questi animaletti indesiderati.
Centro di gravità
Il centro di gravità è un’altra importante caratteristica da riconoscere, poiché il punti in cui è centrata la massa del cavallo. Anche se il centro di gravità varia con le dimensioni del cavallo, esso è generalmente localizzato a metà della gabbia toracica subito causalmente alla linea che separa il terzo craniale del corpo dal terzo medio. Poiché il centro di gravità è spostato cranialmente, gli arti anteriori sopportano dal 60 al 65% del peso corporeo. Ciò determina un aumento dello sforzo negli arti anteriori che è causa della maggior incidenza nelle zoppicature in questi arti. I cavalli che hanno la groppa più alta del garrese sono ulteriormente svantaggiati poiché il centro di gravità viene a trovarsi spostato ancora più in avanti. Ancora, i cavalli dotati di schiena lunga possono sviluppare delle oscillazioni durante l’andatura che alternano meccanicamente il movimento degli arti. Questi cavalli sono soggetti ad intagliatura, ad incrociamento e a problemi del treno posteriore legati a stiramenti muscolari e legamentosi. I cavalli a schiena corta con arti troppo lunghi in proporzione al tronco possono essere soggetti al difetto del raggiungersi, del forgiare e dello scotennamento e a problemi del treno posteriore localizzati alla colonna vertebrale. Certi requisiti sono essenziali per tutte le razze e il veterinario deve aver dimestichezza con le caratteristiche ideali del tronco. Il tronco dovrebbe essere armonioso, in equilibrio con gli arti e ben proporzionato. La conformazione del tronco non rientra tra le cause comuni di zoppicatura.
Gli appiombi
Per appiombi si intendono le linee direttrici degli arti relativamente al filo a piombo ed in generale sono buoni quando il centro di sospensione ed il centro di appoggio dell’arto sono sulla stessa verticale, in maniera che il corpo sia sostenuto e mosso nel modo più regolare.
I difetti di appiombo più comuni sono:
Base stretta. La distanza tra le linee centrali dei piedi, a livello del loro punto di appoggio al suolo, è minore della distanza tra le linee centrali degli arti alla loro origine del petto. Nei cavalli dotati di petto largo e di muscoli pettorali ben sviluppati è spesso accompagnata da cagnolismo o mancinismo. La parte esterna del piede tocca per prima il terreno e la maggior parte del peso viene portata da questa porzione. Questo richiede il pareggio della interna per equilibrare il piede.
Base larga. La distanza tra le linee centrali dei piedi sul suolo è maggiore della distanza tra le linee centrali degli arti alla loro origine del petto. Nei cavalli a petto stretto spesso è accompagnato da mancinismo. In questo caso la maggior parte del peso viene portata sulla parte interna del piede, quindi il pareggio viene effettuato nella parte esterna.
Cagnolismo. È la posizione assunta dai piedi nella quale le punte convergono fra loro. È un vizio congenito e l’arto può essere ruotato sia in alto che in basso. È spesso accompagnato da una conformazione a base stretta. In movimento il cavallo cagnolino tende a falciare. Ciò significa una deviazione del piede verso l’esterno durante la sospensione. Il piede si stacca da terra con la parte esterna della punta e atterra sulla parte esterna.
Mancinismo. In questo caso le punte dei piedi divergono una dall’altra. Anche questo difetto è congenito e solitamente causato dalla rotazione degli arti dalla loro origine in giù. Può essere accompagnato sia da conformazioni a base stretta che a base larga. Nella fase di sospensione il piede descrive un arco verso l’interno e ciò può causare un’interferenza con l’arto posteriore opposto.
Il movimento
I movimenti naturali del cavallo hanno 3 caratteristiche principali:
Impulso: impegno con cui il cavallo si muove nelle tre andature.
Ritmo: isocronia dei movimenti (stesso tempo).
Cadenza: distanza che il cavallo percorre in un determinato tempo (velocità delle diverse andature).
L'andatura si definisce buona quando:
- il ritmo è regolare
- gli arti si muovono parallelamente al piano mediano del corpo
- i movimenti sono decisi ed elastici
- le oscillazioni laterali del tronco, quelli della testa e del collo si svolgono in giusta misura.
Le tre andature sono:
PASSO:
Andatura basculata in 4 tempi.
Può essere: raccolto, medio, allungato.
Per un "buon passo" il posteriore dovrebbe poggiare sulle orme dell'anteriore.
TROTTO:
Andatura saltata in due tempi.
Il cavallo salta da un bipiede diagonale all'altro.
Il trotto può essere raccolto, medio, di lavoro e allungato.
GALOPPO:
Andatura basculata in 3 tempi.
Può essere destro (quando l'anteriore destro appoggia come ultima battuta al terreno ed in questo caso la sequenza è la seguente: posteriore sinistro, diagonale sinistro, anteriore destro). E' sinistro quando la sequenza è: posteriore destro, diagonale destro, anteriore sinistro.
un’altra che si può trovare frequentemente è :
AMBIO:
E' un andatura naturale di alcune razze, artificiale in altre, nella quale il bipiede laterale tocca terra contemporaneamente.
DIFETTI DI ANDATURE
Cavallo che trotta sui ginocchi
Si verifica quando l'animale alza molto gli arti anteriori. Da non confondere con cavallo che rade il tappeto. Si dice che il cavallo "rade il tappeto" quando gli zoccoli oscillano troppo vicini al suolo, in modo che sono facili ad inciampare se il terreno è irregolare.
Cavallo che falcia
Le parti esterne degli arti, specialmente gli anteriori, nell'andatura descrivono una specie di arco all'infuori. Questo difetto è frequente nei cavalli cagnoli e in quelli che hanno piedi grandi e piatti.
Cavallo che si incrocia
Il bipede in levata esegue il elevazione un movimento laterale molto marcato, in modo da incrociare l'arto in appoggio dello stesso bipede in avanti o all'indietro, ma generalmente senza toccarlo. E' un difetto piuttosto grave perché l'animale cade con facilità.
Cavallo che si culla
Avviene quando il corpo del cavallo presenta un barcollamento laterale molto spiccato.
Cavallo che forgia
Si verifica quando il cavallo al passo o al trotto provoca un caratteristico rumore metallico dovuto al fatto che con il piede posteriore tocca quello anteriore sui rami del ferro.
Cavallo che s'intaglia
L'arto del bipede anteriore o posteriore, che è in levata, colpisce con lo zoccolo l'arto dello stesso bipede che è in appoggio. I cavalli s'intagliano più spesso al bipede posteriore per il fatto che generalmente esse tendono ad essere più ravvicinate.
Cavallo che arpeggia
E' un movimento che interessa frequentemente gli arti posteriori. Durante la camminata gli arti interessati sono involontariamente sollevati in modo esagerato, quasi di scatto per predominio dell'azione dei muscoli flessori.
Cavallo che passeggia
Si verifica quando il cavallo estende completamente tutto l'arto prima ancora che il piede appoggi sul terreno.
Cavallo che trafalca
Si tratta di un'andatura irregolare del trotto, ma più veloce. Il cavallo trotta con gli arti anteriori e galoppa con i posteriori. Spesso questo difetto si osserva in cavalli molto affaticati, quando la velocità del trotto ha raggiunto il suo limite e il cavallo sta per cambiare andatura.
Cavallo che si traina
Il cavallo in questo caso galoppa con gli arti anteriori e trotta con quelli posteriori. Questo difetto è frequente in cavalli molto vecchi o stanchissimi.
L'alimentazione
Per mantenersi in forma il cavallo deve seguire la dieta giusta. Le vitamine, i pastoni ed i cibi concentrati saranno lo strumento a disposizione per ottenere il giusto mix. Le funzioni del cibo sono le seguenti:
- rinforzare la muscolatura;
- sviluppare energia;
- produrre grasso;
- provocare la digestione
Ci sono cibi che compiono le prime due funzioni ed altri che invece sviluppano le altre due. Una sana dieta permette di equilibrare le funzioni di cui sopra. Il pranzo di un cavallo deve contenere, fondamentalmente, acqua, azotati (tra i quali le proteine), carboidrati, grassi, fibre grezze e ceneri. Il cavallo preferisce soprattutto l'erba verde fresca, le radici, le granaglie ed il fieno.
L'avena:
Assicura al cavallo una notevole quantità di calorie. Si consiglia di far germinare l'avena in modo da fornire al cavallo un alimento rinfrescante ricco di principi nutritivi. Per quanto riguarda la somministrazione il cavallo predilige che l'avena venga bagnata un giorno prima in un tino d'acqua e che venga colata prima di mangiarla. In alternativa, possiamo anche somministrarla rotta alla macina.
Il fieno:
E' l'alimento base per la dieta del cavallo la decisione, se mangiarlo o no, è frutto di una ponderazione tra profumo, colore e grado di polverosità di tale alimento.. I migliori foraggi sono quelli di collina oppure di maggese o medicati. Non è consigliabile far mangiare al cavallo solo l'erba medica in quanto questa può "scaldare" eccessivamente l'animale.
Altri cereali:
Tra gli altri cereali possiamo citare per una dieta sana l'orzo, il mais, il grano e la crusca. L'orzo è un alimento molto buono che può sostituire l'avena essendo più digeribile e meno riscaldante. L'orzo per essere buono deve essere piccolo, duro e gonfio con un colore chiaro, il profumo mai forte. Il mais ha come vantaggio quello di avere un notevole potere ingrassante ed è particolarmente indicato per i cavalli che hanno necessità di aumentare di peso. E' un alimento molto valido, da utilizzare con parsimonia in quanto scalda più dell'avena ed è meno digeribile. Il colore ideale è giallo-arancio lucido, privo di odore e dolce di gusto. Il grano è un alimento poco digeribile per cui si consiglia di utilizzarlo solo per i pastoni. Un alimento per il quale il cavallo è particolarmente ghiotto è sicuramente la crusca. Alimento poco calorico, che riempie ed ingrassa poco, deve essere utilizzata di supporto all'avena e all'orzo. Una buona crusca deve essere asciutta, dolce a scaglie ben separate.
Una malattia comune e pericolosa…
La colica
La predisposizione del cavallo a questo tipo di problema va ricercata sicuramente nella sua originale natura di erbivori. I cavalli si sono evoluti in 10 milioni di anni come animali pascolatori con una dieta ricca di fibra, povera di carboidrati da consumare lungo l’intero arco della giornata. Oggi invece la fisiologia digestiva viene stravolta dalle necessità di gestione, spesso limitate anche dalle esigenze di gara. E’ stato dimostrato che i cavalli che mangiano ad esempio più di 5 Kg al giorno di concentrato sono 6.3 volte più a rischio di sviluppare coliche rispetto a quelli che ne ricevono quantità inferiori. L’amido di questi alimenti non viene ben digerito nel piccolo intestino e diventa dunque un potenziale pericolo per i microrganismi del cieco colon. L’amido in digerito, causa mal fermentazioni in modo anche molto rapido e dunque crea squilibri nella flora intestinale. Il bilancio tra qualità e quantità di fibra e carboidrati non strutturali contenuti nei cereali è di fondamentale importanza, così come la possibilità di avere un pascolo a disposizione in modo costante. I cavalli che non vanno mia al pascolo o che ci stanno per poco tempo hanno tre volte più probabilità di sviluppare questo problema. La maggior parte delle coliche, è legato a problemi di alimentazione e management del cavallo sportivo e agli stress a cui è sottoposto. Le altre cause di coliche vanno poi ricercate nella presenza di parassiti o in fattori extra-intestinali come lipomi, ascessi o legati all’apparato uro-genitale e farmaci.
Generalmente il primo segno di colica è dato dal fatto che il cavallo smette di mangiare. Tanto più il dolore è forte tanto più il cavallo sarà agitato e avrà comportamenti molto evidenti. Se ad esempio il dolore è acuto e improvviso alcuni cavalli cercano di rotolarsi nervosamente, altri addirittura di lasciarsi cadere a peso morto nonostante i nostri tentativi di farli camminare. Altre coliche di tipo “sordo”, sono invece accompagnate da sintomi più subdoli. Il cavallo in questi casi può non avere i classici sintomi di colica soprattutto nelle prime ore. Magari l’unico segno è quello di arricciare il naso, in momenti che apparentemente sembrano inopportuni. Man mano che le ore passano e il problema non si risolve iniziano poi a comparire altri segni come guardarsi il fianco raspare, sdraiarsi ripetutamente o sudare. La frequenza cardiaca è un buon indice del dolore. In corso di colica la frequenza aumenta raggiungendo valori intorno 40 battiti al minuto o addirittura sopra ai 60 quando il dolore è molto intenso.
Se il cavallo ha qualche dolorino dobbiamo sempre e subito riferirlo al nostro veterinario. Nell’attesa del veterinario la soluzione migliore è quella di far passeggiare il cavallo. Nel momento in cui il cavallo viene riportato in box è bene togliere tutto il cibo ed eventualmente mettere una museruola perché non mangi la lettiera.
Il termine “colica” non si riferisce a un problema specifico, ma ad un sintomo dato dalla presenza di dolore localizzato all’addome.
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Comments (2)
Davide said
at 12:52 pm on May 13, 2013
Ciao, le foto sono tue?
elena.mala said
at 3:37 pm on May 17, 2013
Sisi.
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